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Imprese del Mezzogiorno più coinvolte nel Pnrr, cresce il porto di Gioia Tauro

Il dato emerge dal “Rapporto Sud” del Sole 24 Ore. «Per potenziare il sistema occorre aumentare le merci trasportate, abbattendo i costi»

Pubblicato il: 11/11/2022 – 9:36
Imprese del Mezzogiorno più coinvolte nel Pnrr, cresce il porto di Gioia Tauro

CATANZARO Il prossimo numero del Rapporto Sud del Sole 24 Ore in edicola venerdì 11 novembre in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna dedica il focus di apertura alle imprese del Mezzogiorno che investe e riesce a resistere alle crisi. La quota di imprese investitrici nel Sud è cresciuta dal 34% del 2021 al 49% del 2022, mentre in Italia sono passate dal 36% al 41%. Inoltre – secondo uno studio dell’Osservatorio Ripresa e Resilienza nel Mezzogiorno: sfide e opportunità per le imprese manifatturiere” di SRM di Intesa Sanpaolo di cui è stata appena realizzata la seconda edizione dopo quella del 2021 – le imprese del Mezzogiorno sono informate sulle opportunità offerte dal Pnrr, ma anche maggiormente coinvolte in progetti già avviati (si parla del 15% contro 11% della media italiana). Dallo studio emerge anche che le imprese dell’area hanno tendenzialmente privilegiato investimenti di tipo tradizionale rispetto ad investimenti “innovativi” (44,8% del totale, in calo di quasi 4 punti rispetto all’indagine 2021), in controtendenza con altre aree. Guardando agli “investimenti innovativi”, le imprese del Mezzogiorno continuano a privilegiare quelli sulla digitalizzazione (37,3% nel Mezzogiorno, 39,4% in Italia), in crescita rispetto allo scorso anno. Particolarmente importante è la propensione ad investire risorse consistenti (superiori al 15% del fatturato) da parte delle imprese meridionali che passa dal 38% del 2021 al 41%, mentre a livello nazionale tale percentuale si riduce (dal 33% al 26%).

Il Porto di Gioia Tauro

I nodi dello sviluppo. Inaugurato circa un anno fa, il varco ferroviario del porto di Gioia Tauro consente il trasferimento delle merci su ferro verso gli interporti di Nola, Bologna, Padova: 423 convogli in 6 mesi, che diventeranno più di 900 per la fine del 2022. Per potenziare tutto il sistema, però, è necessario passare in tempi brevi da treni di 550 metri a 750 metri, aumentando così significativamente le merci trasportate e abbattendo i costi. Per Francesco Russo, ingegnere esperto di Trasporti e logistica, docente all’Università Mediterranea di Reggio Calabria ed ex assessore ai Trasporti della Regione Calabria durante la presidenza di Mario Oliverio: «La Francia muove mezzi da 1.000 metri e la Germania da 1.200 metri. Siamo molto in ritardo come sistema Paese».

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