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Lo scontro

Guerra aperta a Reggio su Falcomatà. Dal centrodestra: «Al voto». Ma la maggioranza fa quadrato

In conferenza stampa i vertici della minoranza chiedono le dimissioni del sindaco. Tensioni anche in Aula in Consiglio comunale

Pubblicato il: 12/11/2022 – 14:23
di Mariateresa Ripolo
Guerra aperta a Reggio su Falcomatà. Dal centrodestra: «Al voto». Ma la maggioranza fa quadrato

REGGIO CALABRIA Hanno promesso di mettere in campo «tutti gli strumenti necessari per tornare nel più breve tempo possibile al voto»: l’obiettivo è maggio 2023. È stata una conferenza stampa dai toni tesi e accesi, seguita da un Consiglio comunale incandescente, quella che si è svolta questa mattina a Reggio Calabria, a Palazzo San Giorgio, e organizzata dai consiglieri comunali di centrodestra. Tutti uniti nella richiesta di dimissioni a Giuseppe Falcomatà, il sindaco sospeso a seguito della condanna a un anno di reclusione emessa martedì scorso dai giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria. Per effetto della legge Severino sono ancora dodici i mesi di sospensione per l’esponente dem eletto alla guida della città al suo secondo mandato. Oggetto dell’accusa sono i presunti illeciti, che risalgono al 2015, nella procedura di affidamento dell’immobile di proprietà del Comune che un tempo ospitava l’albergo “Miramare”. Insieme al primo cittadino sono stati condannati a sei mesi di reclusione, anche loro per abuso d’ufficio, gli assessori che componevano la sua Giunta.
Il centrodestra reggino si è detto, quindi, pronto ad azioni importanti che sono in corso di valutazione con i vertici nazionali dei partiti di riferimento, ma è stata scartata l’ipotesi di dimissioni di massa che, hanno sottolineato i consiglieri rispondendo alle domande dei giornalisti, «consentirebbe alla maggioranza di andare avanti».
«Siamo geneticamente diversi», hanno rimarcato più volte i consiglieri di centrodestra facendo riferimento a Falcomatà e alla maggioranza in Consiglio comunale. La Giunta è oggi guidata dal sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, aspramente criticato dall’opposizione insieme al sindaco facente funzioni della Città metropolitana Carmelo Versace e di cui è stata messa in dubbio, da parte del centrodestra «l’autorevolezza».
Nel corso della conferenza stampa di questa mattina i consiglieri di centrodestra hanno chiesto a gran voce le dimissioni di Falcomatà contestando la scelta di restare nonostante la sospensione e la condanna in secondo grado e criticando le parole pronunciate dall’esponente dem subito dopo la sentenza: «La città credo che in questi mesi con i due sindaci facente funzione e con la maggioranza abbia retto il colpo. Adesso si tratterà di resistere ancora un po’».

Ripepi: «Costruita una fabbrica di bugie»

Gli esponenti del Centrodestra reggino durante la conferenza stampa

Una «fabbrica di bugie e di illusioni», così l’esponente di Coraggio Italia e presidente della Commissione controllo e garanzia Massimo Ripepi ha definito quanto «costruito in questi anni» da Giuseppe Falcomatà a Reggio Calabria. Ripepi si è detto contrario alla legge Severino, ma ha rimproverato al centrosinistra «ipocrisia» su questo tema affermando che è «improvvisamente diventato meloniano». Subito dopo la condanna in secondo grado si è infatti innescata una levata di scudi in difesa di Falcomatà al quale il centrosinistra ha rinnovato «fiducia» e si è accesa la polemica sulla necessità di «riformare le norme sull’abuso d’ufficio e la Legge Severino» rifacendosi alle parole del neo ministro della Giustizia Carlo Nordio.
«Non gli permetteremo di costruire altre bugie», ha affermato Ripepi che ha aggiunto: «Non è semplice far capire alla città quello che sta avvenendo. Non è semplice perché dovremmo andare cittadino per cittadino per spiegarlo e probabilmente cercheremo di farlo. Cosa deve succedere ancora per capire quello che è avvenuto in questi 8 anni di disastro assoluto?». «Ci chiediamo – ha aggiunto l’esponente di Coraggio Italia – come fa Falcomatà a non dimettersi dopo che 8 giudici, in due diversi gradi di giudizio, si sono pronunciati nel merito. E poi qual è la consapevolezza dei due sindaci facenti funzione, al Comune e alla Città Metropolitana, che prima di andare a Roma devono dare conto a chi li ha messi in quel posto: Giuseppe Falcomatà, che nonostante le condanne giudiziarie continua a mantenere il ruolo di responsabile per la legalità e i beni confiscati dell’Anci, l’Associazione nazionale Comuni Italiani».

Minicuci: «Incomprensibile la sua ricandidatura»

«Non capisco la decisione di Falcomatà di ricandidarsi a sindaco della città di Reggio Calabria, quando sapeva già che avrebbe subito la condanna. C’era già il precedente di un suo assessore che, seppure con rito abbreviato, aveva avuto la condanna, e quindi l’esito era raccontato», ha affermato Antonino Minicuci, diretto avversario di Falcomatà nella competizione elettorale che lo aveva visto candidato in quota Lega. «Così facendo il sindaco ha deliberatamente scelto di lasciare l’amministrazione senza una vera guida», ha aggiunto Minicuci definendo il sindaco sospeso «un pinocchio». Per il centrodestra, nelle parole dell’ex candidato a sindaco della Lega, Antonino Minicuci, c’è «una situazione amministrativa allo sbando. Nessuno controlla la dirigenza e non si danno direttive. Non abbiamo possibilità alcuna di incidere sulle scelte. Non ci viene permesso, soprattutto nella definizione delle linee di mandato racchiuse nel Documento unico di programmazione».

Milia: «Necessario tornare alle urne»

«Abbiamo preferito prendere un po’ di tempo e ne prenderemo altro ancora perché stiamo mettendo in campo delle azioni che possono realmente dare uno scossone alla coscienza. Non solo degli amministratori, ma anche della città, perché è necessario che si torni a parlare democrazia in questa città, che si torni a discutere a discutere di politica», ha spiegato il capogruppo di Forza Italia Federico Milia che ha aggiunto: «Noi siamo geneticamente diversi da questa amministrazione, siamo geneticamente diversi da chi chiede un sacrificio ai cittadini quando sacrifici se ne sono già fatti troppi».

Marino: «Centrodestra unito»

 «Tutto il centrodestra – ha aggiunto il capogruppo di FdI, Demetrio Marino – è unito. Non intendiamo attendere il rientro del sindaco dopo questa ulteriore sospensione, ma fare in modo che questa città ritorni presto al voto, non oltre maggio del 2023».
Accesissima poi la discussione che si è scatenata in Consiglio comunale, durante il quale il centrodestra è intervenuto ribadendo quanto affermato in conferenza stampa.

La maggioranza: «Basta mistificazioni e bugie»

I banchi della maggioranza in Consiglio comunale a Reggio

Dall’altra parte il centrosinistra si è detto «fiero di continuare il progetto e la visione di città condivisi con un condottiero come Falcomatà che ci ha sempre messo la faccia».  «C’ero quando si è trattato di salvare i lavoratori Atam – ha detto il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti –  quando si è avviato il percorso di stabilizzazione degli Lsu-Lpu e quando si è avviata la stagione dei concorsi dopo che era stato impedito, all’Ente, il diritto di avere un numero congruo di dipendenti e funzionari per cause da ricercare altrove. A tal proposito, non finirò mai di ringraziare tutti i dipendenti comunali per i sacrifici cui sono stati chiamati da dieci anni a questa parte». Brunetti, nel corso del suo intervento, ha risposto anche a quelle che ha definito «mistificazioni e bugie dette in aula sugli impegni di spesa relativi alle risorse europee» e ha mostrato il lungo elenco dei finanziamenti messi in campo su Pnrr, ReactEu e Pon Metro. «Noi – ha concluso – non stiamo facendo nulla di più e nulla di meno del mandato affidato dai cittadini. Proseguiamo ad amministrare la città secondo la volontà popolare. Una città che, indiscutibilmente, ha riconquistato autorevolezza a Roma e nei Ministeri dove rischiamo ad interloquire con rinnovata stima e apprezzamento». 
Compatta, la maggioranza è intervenuta a sostegno del sindaco Falcomatà e degli amministratori sospesi, in particolare con gli interventi del capogruppo  Pd, Giuseppe Sera, e dei consiglieri Carmelo Versace e Filippo Burrone. Per il consigliere Sera «il Partito democratico sarà presente e leale ad ogni momento della vita amministrativa, seguendo pedessequamente il mandato elettorale. Arrivino i più sinceri ed affettuosi saluti di vicinanza a Giuseppe Falcomatà ed ai consiglieri sospesi».
Secondo Carmelo Versace, «la politica con la P maiuscola dovrebbe fare quadrato rispetto alle accuse mosse in queste ore». «Questa amministrazione – ha spiegato – era impossibilitata ad effettuare investimenti e, nonostante tutto, sta portando avanti un programma lineare e condivisio dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Non temiamo il centrodestra, fintamente unito e plasticamente diviso in più posizioni da come è ampiamente emerso durante il dibattito in consiglio». Anche il consigliere Burrone, a nome del gruppo Democratici e progressisti, ha rinnovato «massima fiducia a Giuseppe Falcomatà definito, dal sottosegretario Vittorio Sgarbi, “un ottimo sindaco che fa bene a non dimettersi”». «Sono orgoglioso – ha ribadito – di far parte di un’amministrazione che ha salvato 300 lavoratori dell’Atam, azienda sull’orlo del fallimento, ha chiuso la stagione delle “società miste” dando vita a Castore ed ha garantito tre asili nido che apparivano un miraggio». «Noi – ha concluso – chiamiamo a raccolta le migliori energie e le forze sane della città e del consiglio comunale per supportare questo processo di crescita». (redazione@corrierelcal.it)

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