REGGIO CALABRIA “ Il sindaco sospeso sa perfettamente che la sua esperienza amministrativa è giunta al capolinea. Ha un bagaglio culturale e politico che gli consente di decifrare un momento storico per la città che ha guidato in questi anni, e nel quale si è giunti ad un punto di non ritorno”. Lo sostiene l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Denis Nesci dopo la sentenza di condanna in secondo grado del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. “La questione non riguarda più come abbia governato Reggio Calabria, anche perché la discussione scivolerebbe verso conclusioni abbastanza scontate – sottolinea Nesci – ma diventa indiscutibilmente centrale, l’impossibilità di dare seguito ad un mandato popolare. La condanna anche in secondo grado, è oggettivamente un impedimento al diritto di rappresentanza, su cui si fonda ogni democrazia”. “Oggi, è il tempo della responsabilità e del rispetto verso una comunità che ha l’esigenza e la speranza di essere amministrata e risollevata. Perché il contesto che stiamo vivendo, e per il quale occorre uno sforzo totalizzante per far fronte alle sfide che l’amministrazione ha di fronte – continua l’esponente FdI – richiede la massima agibilità politica di un civico consesso martoriato e sfigurato nella sua composizione, da condanne e sospensioni. Un regime di ‘commissariamento’ politico è improponibile rispetto alle ingenti risorse che la governance della città dovrà gestire per la messa a terra dei progetti del Pnrr e dei fondi europei”. “L’unica soluzione per uscire da una quasi drammatica situazione, non è il richiamo alla resistenza, ma un gesto d’amore incondizionato per la città: le dimissioni del sindaco”, è l’appello di Nesci, che conclude così: “Il ‘Comune’ non può e non deve essere un vezzo appannaggio di ambizioni personali o peggio, di rendite politiche il cui unico obiettivo è quello di galleggiare. Reggio e i suoi cittadini non possono permetterselo. E Falcomatà – sono convinto – è ben consapevole di questo; perché il suo retaggio gli fa ben comprendere che quella di un passo indietro, sarebbe la scelta più giusta, più saggia e forse più autentica”.
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