COSENZA «Attribuzione fittizia e formale titolarità di cariche e quote societarie a prestanome per ottenere finanziamenti finanziari». E’ una delle accuse mosse dalla procura di Cosenza nei confronti dell’imprenditore Massimino Aceto in concorso con il socio Cesare Florio. I due figurano nell’elenco degli indagati nell’ambito dell’inchiesta che ha innescato un terremoto giudiziario a Rende.
«Malversazioni ai danni dello Stato», questo quanto ipotizzato dalla procura guidata da Mario Spagnuolo. Da quanto emerso, gli imprenditori avrebbero beneficiato di due finanziamenti comunitari, entrambi per il rilancio dell’occupazione in territorio calabrese, al tasso 0% annuo della durata di 5 anni da parte di Fincalabra, poi «non destinando parte delle provvidenze per le finalità previste, riconducibili all’assunzione di dipendenti rientranti nelle categorie dei lavoratori svantaggiati e molto svantaggiati». Sulla circostanza è il gruppo della Gdf di Cosenza ad approfondire la presunta «indebita percezione dei finanziamenti comunitari» da parte della Co.imm Sas di Cesare Florio co-amministratore insieme ad Aceto. La società ha comunicato l’elenco dei lavoratori assunti ma dalle analisi svolte, le fiamme gialle hanno riscontrato alcune inconrgurenze. Quattro dei cinque dipendenti, infatti, «avevano cessato il rapporto di lavoro, e non erano mai stati sostituiti con altri dipendenti, prima del decorso del periodo minimo di assunzione della durata di 24 mesi». Gli esiti degli accertamenti svolti dalla Gdf hanno trovato riscontro anche nel decreto con il quale Fincalabra ha revocato il finanziamento «a causa della mancata restituzione del mutuo e del mancato rispetto dell’obbligo di mantenimento delle assunzioni».
Nel mirino della Gdf finisce anche l’incartamento relativo «l’indebita percezione di finanziamenti comunitari da parte della Aceto Group Srl attraverso l’acquisizione della documentazione presso Fincalabra». E’ il 2015, segnala chi indaga, quando la società presenta alla Regione Calabria l’istanza per beneficiare del credito. Otto mesi dopo, vi sarà la firma del contratto e la concessione del beneficio economico. In questo caso l’ammontare del finanziamento sarà pari a poco più di 199mila euro pagabili in 5 anni a tasso 0%. Quello che accade successivamente alla ricezione della somma di denaro è simile a quanto verificatosi nel caso che ha visto protagonista la Co.imm Sas di Florio. La Aceto Group comunica l’elenco dei lavoratori “molto svantaggiati” assunti e tre dei cinque dipendenti «avevano cessato il rapporto e non erano stati sostituiti». Tra l’altro, segnala la Gdf, «trattasi di lavoratori legati da rapporti di parentela con Massimino Aceto». Anche in questo caso, Fincalabra revocherà il finanziamento procedendo con l’ingiunzione delle somme «indebitamente percepite». Sul capo 53, la procura aveva richiesto una misura cautelare che invece il gip ha rigettato. (f.b.)
x
x