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l’intervista

Calabria, «i piccoli borghi navigheranno più velocemente rispetto alle grandi città»

L’obiettivo di Open Fiber. I territori “dimenticati” godranno di una linea con velocità maggiore. Carbone: «Vogliamo frenare lo spopolamento»

Pubblicato il: 13/11/2022 – 15:15
di Fabio Benincasa
Calabria, «i piccoli borghi navigheranno più velocemente rispetto alle grandi città»

COSENZA Dall’ultimo comune del Nord Italia al profondo Sud, l’Italia vive di connessioni alla rete più o meno performanti. Alcune aree, invece, restano completamente disconnesse. Il digital divide continua ad alimentare le sostanziali differenze di accesso ad internet e a tutte le opportunità collegate, creando disparità economiche e culturali. Eppure il Covid-19 ha “costretto” milioni di persone a rivolgersi al web per continuare ad esercitare la propria attività lavorativa e in alcune occasioni, i benefici offerti dalla rete hanno migliorato la vita di chi pensava di poterne fare a meno. Al netto di tutti i pericoli, i buchi neri e il dark web, internet oggi è una risorsa assolutamente fondamentale e le connessioni ultraveloci (oltre 100 mbps) rappresentano una sostanziale svolta. Ed allora appare doveroso chiedersi come si possa accelerare lo sviluppo digitale? Quali e quante siano le infrastrutture che permettono la connessione veloce tra gli utenti? E soprattutto, la Calabria oggi è da considerarsi regione disconnessa? A queste domande ha risposto Pierluigi Carbone, Regional manager Open Fiber in Calabria.

Pierluigi Carbone – Regional manager Open Fiber Calabria

Come opera Open Fiber?

«Open Fiber risponde all’esigenza di connettere le unità immobiliari con la fibra fino a casa e stiamo operando nelle aree comprese nel cluster “C e D”, nelle quali nessun operatore telefonico è presente o non lo sarà nei successivi tre anni», dice Carbone al Corriere della Calabria. Open Fiber agisce anche in un secondo cluster, quello “A e B”. Che comprende tutte le aree definite “nere”, dove è già presente almeno un operatore telefonico o lo sarà nei successivi tre anni. Tradotto in soldoni, si tratta delle grandi città dove ovviamente vi è un corposo ritorno in termini economici e dove gli operatori telefonici hanno interesse ad effettuare i propri investimenti. «Open Fiber adotta un modello Wholesale, volto alla vendita del servizio agli operatori e non al cliente finale». «In Calabria, nello specifico, agiamo sui cluster A e B – C e D», sostiene Carbone mentre il bando delle aree grigie non è appannaggio di Open Fiber. La gara, infatti, è stata vinta da un altro operatore.

Open Fiber nei cluster “A e B – C e D”

«Sul cluster A e B, in Calabria, siamo operativi in sette città: due praticamente collegate, un’altra parte in via di completamento e altre due, Crotone e Vibo Valentia, per le quali entro fine anno ci attendiamo di connettere almeno 3.500 unità immobiliari a Vibo e quasi 4.000 unità immobiliari a Crotone», aggiunge Carbone. Sempre nel cluster “A e B”, per quanto attiene Open Fiber, sono già coperte circa 115mila unità immobiliari per un investimento di circa 39 milioni di euro». «Si tratta delle grandi città: Cosenza, Rende, Reggio Calabria, Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone». Per quanto riguarda il cluster “C e D”, invece, «l’investimento è di circa 29 milioni per una copertura di 238 comuni, 151 attualmente già chiusi, per un totale di circa 18-19 mila unità immobiliari attualmente coperte». In questo cluster, Open Fiber ha steso fibra ottica per oltre 336.000 km e «come target annuale vogliamo chiudere ulteriori 13 comuni, quindi poter arrivare a 164 comuni raggiunti», annuncia il regional manager Carbone.

Infrastrutture e banda ultralarga nelle aree interne

La Calabria può considerarsi Regione disconnessa? «Sulla carta, la Calabria sembrerebbe essere una delle regioni, se non la regione, più connessa d’Italia. Noi agiremo a completamento di quelle zone che non erano state precedentemente connesse e a quel punto avverrà il contrario, ovvero che i territori “dimenticati” godranno di una linea con velocità maggiore rispetto a quelli precedentemente coperti». I dati snocciolati dal regional manager di Open Fiber certificano un impegno concreto in una Regione che sconta enormi ritardi. Ma non è solo un problema di infrastrutture. «No, non è solo un problema di infrastrutture anche se l’assenza di banda ultralarga in alcuni territori limita sia la domanda e sia l’offerta. E’ vero, vi è anche un fattore culturale. E in questo senso, in Calabria, andremo a coprire in zone che territorialmente sono un po’ più dislocate», sostiene Carbone. Che aggiunge: «Vogliamo portare la fibra ottica nei piccoli borghi soggetto a spopolamento, per garantire un servizio pari a quello delle grandi città».

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