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La decisione

Operazione “Stige”, assolto con formula piena un carabiniere

Il militare della stazione di Cirò era accusato di concorso di falsità ideologica assieme ad un collega. Erano stati supposti contatti con i clan

Pubblicato il: 13/11/2022 – 10:34
Operazione “Stige”, assolto con formula piena un carabiniere

CROTONE Assolto perché il fatto non sussiste. Con questa formula piena il Tribunale di Crotone in composizione collegiale ha prosciolto un carabiniere all’epoca in servizio a Cirò finito nell’operazione “Stige” della Dda di Catanzaro. In particolare, il militare era accusato di concorso di falsità ideologica assieme ad un collega.

Le indagini

Le indagini avevano preso il via a seguito di quanto emerso dalle attività investigative svolte negli anni dal Reparto del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Crotone e della Sezione Anticrimine del R.O.S. di Catanzaro sul conto del Locale di Cirò, da attività di intercettazione effettuate a carico di affiliati della cosca nonché da servizi di osservazione. Dalle indagini erano emersi elementi tali da far supporre contatti tra due militari appartenenti alla Stazione dei Carabinieri di Cirò Superiore ed esponenti della consorteria criminale.
Dalle registrazioni ricavate da una telecamera installata a Cirò marina, in particolare, risultava che in più circostanze i due militari si erano recati in un esercizio di vendita all’ingrosso di bevande di proprietà di una terza persona ma di fatto riconducibile a Giuseppe Sestito, detto “Pino”, elemento apicale della cosca cirotana nonché cognato di uno dei capi storici della cosca, Cataldo Marincola, entrambi tratti in arresto nell’ambito dell’Operazione di Polizia denominata “Stige”. In alcune occasioni uno dei due militari, secondo l’accusa, si sarebbe intrattenuto con quest’ultimo in maniera apparsa agli investigatori «amichevole». In un’altra circostanza, secondo quanto emerso dalle indagini, era stato accertato che all’interno della villetta abitata da uno dei due carabinieri era stata organizzata una serata musicale alla quale aveva partecipato un noto cantante neomelodico cirotano con precedenti penali e molto vicino agli ambienti criminali. Inoltre alla stessa festa tra gli invitati, sempre stando alle indagini, vi sarebbe stato un pluripregiudicato per reati di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, omicidio, ricettazione nonché titolare di condanna definitiva per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza.
In un’ulteriore occasione, dalle risultanze investigative, sarebbe stata accertata la presenza di un autoveicolo in dotazione alla stazione carabinieri di Cirò Superiore dinanzi una palazzina, all’interno di un piazzale in Cirò Marina, in un luogo al di fuori della rispettiva giurisdizione. Una circostanza ritenuta pertanto, “anomala”. Proprio questo dettaglio aveva attirato l’attenzione e determinato un approfondimento investigativo che aveva portato i militari intervenuti, dopo aver appurato che non fossero in corso predisposti servizi, ad identificare gli occupanti di quel veicolo e ad accertare che l’ultimo piano di quella palazzina era abitato dal noto pluripregiudicato Giuseppe Sestito detto “Pino”.

Le accuse

All’esito di una articolata attività d’indagine veniva dunque tratto a giudizio anche il carabiniere difeso da Francesco Nicoletti e Giusy Acri e, all’esito dell’udienza preliminare, rinviato a giudizio per il reato in concorso di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Il Tribunale di Crotone, in composizione collegiale, in totale accoglimento delle richieste avanzate dai due legali ha assolto il carabiniere con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste.

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