PAOLA Ha fatto registrare il sold out il corso, valido per i crediti ECM che si è svolto a Paola, all’Auditorium San Francesco e che ha approfondito le tematiche legate allo sviluppo della sanità territoriale dopo la pandemia e in vista dei programmi di sviluppo del PNR.
Sessioni tematiche sono state dedicate ai nuovi modelli di cura dell’offerta sanitaria, costretta inevitabilmente a rinnovarsi nel dopo Covid; alle azioni di governance per promuovere l’equità di accesso alle cure e l’esigenza di costruire una sanità di prossimità in cui l’assistenza territoriale integrata nel setting domiciliare risponda esaurientemente ai criteri di presa in carico del paziente, alla lue delle Linee guida pubblicate lo scorso maggio sul Modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare.
Un focus di approfondimento è stato dedicato alle cure palliative, come diritto a non soffrire e problematiche connesse all’erogazione domiciliare.
I lavori del congresso, responsabile scientifico del corso la dottoressa Angela Riccetti, direttrice del Distretto sanitario Tirreno dell’Asp di Cosenza, segreteria scientifica: Antonello Capano, Angelo Gallo, Franca Macrì, Giovanna Martire, Simona Mirarchi e Franca Santelli, hanno fatto il punto sui processi di rinnovamento dell’erogazione dei servizi sanitari territoriali.
«Il Covid – ha dichiarato Riccetti – ha accelerato la necessità di attuare nuove modalità di erogazione dei servizi sanitari, soprattutto per quanto riguarda i pazienti con multicronicità, il cui numero è destinato ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione. Emerge la volontà di ricominciare: il Covid ha destrutturato quello che conoscevamo; adesso bisogna riparlare di reti territoriali, assistenza integrata, case della comunità, ospedali di comunità, tutto quello che è racchiuso in questo grande progetto di riforma sanitaria del territorio».
«Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha detto inoltre la responsabile scientifica del congresso – è uno strumento importante per disegnare, sviluppare e realizzare questo nuovo modello che non può prescindere dalla definizione di un nuovo assetto organizzativo della medicina territoriale, soprattutto nella nostra provincia che per dimensioni ed eterogeneità di territorio, necessita di un modello organizzativo vario e flessibile».
Al centro del dibattito l’assistenza domiciliare integrata e la telemedicina che trova la sua ragion d’essere proprio su quei territori in cui la distanza è un fattore critico.
Il progetto di telecardiologia dell’Asp, il più grande in Europa per l’orografia del territorio e per i centri coinvolti, consente di ridurre notevolmente i tempi di intervento sul paziente. «Il vantaggio – come ha spiegato Giovanni Bisignani, direttore della UOC UTIC – Emodinamica dell’ospedale di Castrovillari e responsabile del progetto Telecardiologia – è quello di far muovere le informazioni e non i pazienti. Un progetto il nostro destinato ad allargarsi sempre di più sul territorio provinciale, in un’ottica di integrazione ospedale territorio reale».
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