LAMEZIA TERME Assoluzione con formula piena per l’ex direttore della centrale operativa del 118 di Catanzaro. Il Tribunale ordinario di Lamezia Terme, sezione Penale, ha emesso oggi la sentenza “perché il fatto non sussiste” nei confronti di Eliseo Ciccone, 69 anni.
Secondo l’accusa avrebbero favorito un gruppo imprenditoriale ‘ndranghetistico nella fornitura del servizio sostitutivo delle ambulanze del 118 per l’ospedale di Lamezia Terme. Ciccone era stato rinviato a giudizio il 29 gennaio 2021 con i suoi difensori, Manuela Costa e Nunzio Raimondi, che evidenziarono che il gip aveva prosciolto altri imputati e assolto, in abbreviato, tutti gli altri concorrenti nel reato ascritto anche a Ciccone. Alla prima udienza davanti al Tribunale di Lamezia Terme, sostenendo che si trattava di reato a concorso necessario e che vi era l’impossibilità di una qualificazione giuridica purchessia del fatto (come rilevato già dalla Corte Corte di Cassazione), la difesa aveva eccepito il proscioglimento immediato. Oggi, il Tribunale ha chiesto alle parti di concludere sulla eccezione della difesa. La pm distrettuale Irene Crea ha chiesto di respingere l’eccezione come le parti civili. Il Tribunale, però, ha assolto Ciccone perché il fatto non sussiste.
All’esito dell’udienza, i difensori del dottor Ciccone, avvocati Manuela Costa e Nunzio Raimondi, hanno dichiarato: «con questa assoluzione con formula terminativa ampia si conclude una travagliata vicenda umana e professionale, che ha letteralmente distrutto l’immagine personale e professionale di un uomo onesto e perbene. A tacere della formula assolutoria lo dice financo la sentenza predibattimentale, la quale consacra la totale infondatezza dell’ipotesi accusatoria: Eliseo Ciccone non doveva neanche essere rinviato a giudizio! Ci sarà luogo e tempo per discutere delle sofferenze da questo professionista ingiustamente subite anche dalla sua stessa azienda alla quale, con abnegazione e deciso impegno, aveva consegnato un servizio del 118 ben più efficiente dell’attuale».
«Siamo certi che l’ASP di Catanzaro – hanno aggiunto – chiederà pubblicamente scusa al dottor Ciccone per non averne difeso la onorabilità quando tutte le testate nazionali lo presentavano alla stregua di un delinquente comune».
«Le istituzioni sanitarie della nostra Regione – hanno concluso i difensori – sono sane e tutta la grancassa mediatica, insieme ai poveri malcapitati, ha leso l’immagine anche di quest’ultime. Il tempo è galantuomo: e siamo ancora all’inizio».
x
x