CATANZARO Per qualcuno, come la parlamentare del M5S Vittoria Baldino, non si tratta di una priorità. Per i colleghi di partito (e consiglieri regionali) Davide Tavernise e Francesco Afflitto è «incostituzionale». Per il Pd, invece, la proposta va semplicemente ritirata. Non mancano le reazioni alla proposta di legge – firmata da cinque capigruppo di maggioranza in consiglio regionale – che introduce l’incompatibilità tra il ruolo di consigliere e quello di assessore e che istituirebbe la figura del consigliere supplente. In soldoni, se un consigliere regionale fosse chiamato in giunta da Occhiuto, perderebbe temporaneamente lo scranno consegnandolo al primo dei non eletti. E poi, in caso di fuoriuscita dall’esecutivo, lo riconquisterebbe in automatico. Meccanismo che potrebbe garantire soluzioni più agili per il centrodestra dopo le Politiche e il conseguente trasferimento in Parlamento di Tilde Minasi (Lega) e Fausto Orsomarso (Fdi). La soluzione è poco gradita, invece, alle opposizioni.
Baldino sottolinea che, «mentre i calabresi continuano a fare i conti con malasanità, assenza di infrastrutture, spopolamento e carenza di lavoro e servizi, la giunta Occhiuto e la maggioranza di centrodestra pensano ad approvare una proposta di legge che garantisce incarichi e poltrone. Non è la prima volta che accade, anzi si tratta di una prassi ciclica soprattutto in Calabria, poi ci chiediamo perché la nostra Regione rimane sempre indietro». Quello di introdurre «l’incompatibilità tra il ruolo di consigliere e quello di assessore» sembrerebbe «un intento nobile ma siccome il diavolo si annida nei dettagli, scorrendo il testo della legge si scopre che la reale finalità è quella di consentire la “sostituzione temporanea” dei consiglieri nominati in giunta con persone presenti nelle liste elettorali ma che non sono risultati eletti. In questo modo i nuovi assessori – sostiene la parlamentare pentastellata – verrebbero sospesi dall’incarico di consigliere regionale e sostituiti temporaneamente dai non eletti nell’ultima elezione regionale. Queste le reali priorità del centrodestra, altro che emergenza sanitaria, altro che problemi di viabilità e di infrastrutture».
Per Tavernise e Afflitto «la proposta di legge regionale presenta evidenti profili di illegittimità costituzionale. È una proposta tanto imbarazzante quanto aberrante, per il messaggio di sfiducia verso le istituzioni regionali che questa politica continua a mandare ai cittadini calabresi». Il testo, per i consiglieri M5S «richiama molto quanto già tentato nel 2014, allorché vennero approvate talune modifiche e integrazioni allo statuto regionale. Nello specifico si voleva aggiungere il comma 4ter all’articolo 35 dello statuto che, così modificato, avrebbe previsto: “La nomina ad assessore di componenti del Consiglio regionale comporta la sospensione di diritto dall’incarico di consigliere regionale affidando temporaneamente la supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti”. Una norma impugnata, presso la Corte Costituzionale, dal Consiglio dei Ministri di allora. Secondo le rimostranze avanzate dal Governo nazionale, la norma era censurabile perché, comportante la sospensione di diritto dall’incarico di consigliere regionale e introducendo un meccanismo di supplenza, affidante temporaneamente l’esercizio delle funzioni del “consigliere – assessore” al primo dei candidati non eletti della stessa lista, risultava invasiva dell’ambito legislativo che il comma 1, dell’articolo 122 della Costituzione ha inteso riservare al legislatore regionale, nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica. In sostanza, incideva sulla materia elettorale, rispetto alla quale non residuano margini di determinazione per l’autonomia statutaria regionale».
Il Pd, da parte sua, va al sodo. E chiede al centrodestra di ritirare la proposta. I consiglieri regionali dem parlano di norma «fuori dalla realtà» che «rappresenta uno spreco di risorse economiche inconcepibile in un momento come questo in cui le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese e ogni atto della politica e delle istituzioni dovrebbe essere volto al contenimento della spesa». Si tratta «di una proposta di legge – è detto in una nota dei dem – che va in contrasto con i principi di spending review e punta a ripristinare la figura del consigliere supplente che era già stata impugnata dal governo nazionale per diversi profili di incostituzionalità al momento della sua proposta, nel 2014, dopo le dimissioni di Giuseppe Scopelliti, dalla maggioranza di centrodestra. La norma venne poi ritirata. Una proposta che vuole tornare al passato dopo i tanti sforzi fatti per ridurre la spesa pubblica per il funzionamento di palazzo Campanella. Il momento in cui viene depositata, inoltre proprio alla vigilia di un rimpasto di giunta a seguito delle elezioni politiche dello scorso 25 settembre indica chiaramente la volontà precisa del centrodestra di aumentare le poltrone disponibile e concedere l’ingresso ai primi dei non eletti delle varie liste».
«Una mossa che potrà servire anche a puntellare gli equilibri tra i partiti che sostengono il governo Occhiuto – si sottolinea nella nota del Gruppo Pd alla Regione – ma che difficilmente potrà essere spiegata ai calabresi che attendono, invece, risposte sul caro bollette, sulla crisi economica in atto e sulla tutela dei propri più elementari diritti».
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