CATANZARO «Il fenomeno dei medici a gettone è grave perché in Calabria chiedono 150 euro l’ora, ciò significa che un turno di otto ore costa 1200 euro. Un medico costa 50mila euro al mese per un turno di otto ore. Nel corso della pandemia, nel nostro Paese è aumentata la domanda di medici ma l’offerta è rimasta costante perché per anni si è mantenuto il numero chiuso nelle facoltà di Medicina, non si è investito sulle borse di specializzazioni utili a riempiere le corsie dei nostri ospedali ed il mercato si è adeguato. Sono nate così queste cooperative di gettonisti». Così il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, durante la trasmissione “Re Start” andato in onda ieri sera su Rai 2.
«Se un medico lavora in un ospedale pubblico, tra netto, contributi e oneri previdenziali costa 6-7 mila euro al mese. Quando si dimette dal pubblico e va a lavorare in queste cooperative a gettone guadagna 50mila euro. Significa che 43mila euro si sottraggono alle cure dei cittadini – ha spiegato Occhiuto – per pagare organizzazioni private che non concorrono a soddisfare i Lea, i bisogni di salute dei cittadini. Le cliniche private, invece, sopperiscono a soddisfare i livelli essenziali di assistenza al posto degli ospedali. Con quel meccanismo si privatizzano il lavoro, le professioni sanitarie. Questo è un problema gigantesco che metterà in ginocchio la nostra sanità. Io me ne sto accorgendo prima perché in Calabria, purtroppo, a causa delle difficoltà del sistema sanitario i problemi li incontro con un certo anticipo. Le regioni come la Calabria che non hanno le possibilità del Veneto di spendere tutte queste risorse, come fanno a tenere aperti gli ospedali e i pronto soccorso?»
«La verità – ha poi aggiunto il governatore sui social – è che stiamo toccando interessi milionari».
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