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La riflessione

Città unica di Cosenza, “Rende per Rende”: «Le forzature non agevolano il percorso»

Il gruppo consiliare sull’appello per un progetto di legge regionale teso alla fusione: «Tema serio che va affrontato attraverso step»

Pubblicato il: 16/11/2022 – 13:46
Città unica di Cosenza, “Rende per Rende”: «Le forzature non agevolano il percorso»

RENDE «Quello della città unica è un tema estremamente serio e per questo non può che essere raggiunto all’esito di un percorso che è di maturazione politica e sociale il quale puo’ svilupparsi solo attraverso alcune tappe che, a nostro avviso, risultano imprescindibili nel caso concreto». Lo afferma il gruppo consiliare “Rende per Rende” che aggiunge: «La città unica, ricorre ciclicamente come argomento di dibattito politico ed è talvolta oggetto di slanci e di dichiarazione d’intenti ormai da diversi anni anche da parte degli Enti territoriali direttamente coinvolti ovvero Rende e Cosenza (e Castrolibero)».
«Al di la’ delle generalissime dichiarazioni di intenti – scrivono gli esponenti del gruppo consiliare rendese – il tema della città unica continua a essere orfano della volontà concreta di avviare il percorso e raggiungere il suo primo imprescindibile step. Non v’è dubbio che la cartina di tornasole per valutare l’esistenza di una reale disponibilità degli Enti territoriali ad avviare e concretizzare il percorso in vista dell’ipotizzata futura città unica,  è rappresentata dalla capacità delle stesse amministrazioni coinvolte di pianificare e concretizzare in maniera condivisa, sin da subito, scelte ben precise in molti ambiti e, particolarmente, in quello urbanistico e dei servizi».
«La capacità degli Enti interessati di concretizzare atti nella pianificazione urbanistica e dei servizi – sostengono – andrebbe considerata una sorta di precondizione perché il ragionamento sulla città unica, possa essere posto, anche ai cittadini, con la necessaria credibilità e autorevolezza. D’altra parte se, come pare, gli Enti coinvolti non fossero ancora oggi capaci di guardare oltre se stessi e, dunque, capaci di guardare all’intero territorio per compiere scelte strategiche condivise che valgano a tracciare i fondamentali della futura città unica, è evidente che non ci sarebbero le condizioni minime per invocarne la realizzazione».
«Soltanto una volta che sia stata dimostrata ed acquisita al “processo” la capacità degli Enti coinvolti di guardare allo sviluppo futuro del territorio in maniera concertata – sottolineano – dunque, con l’adozione di opportuni strumenti condivisi di pianificazione del territorio, si potrà ritenere di essere in presenza di un importante e concreto segnale di incoraggiamento ad affrontare più seriamente la questione. Allo stesso tempo, oltre alla pianificazione condivisa dello sviluppo futuro e delle funzioni del territorio,  e’ parimenti indispensabile concretizzare la gestione condivisa di servizi fra gli stessi Enti coinvolti, e dare dimostrazione alla cittadinanza dei benefici concreti eventualmente  raggiunti in termini di maggiore efficienza ed economicità degli stessi».
«Sono questi gli step indispensabili – aggiungono – di un percorso di fusione che deve maturare innanzi tutto nella cittadinanza, proprio grazie ai risultati che gli Enti territoriali sapranno loro eventualmente dimostrare nella gestione condivisa di servizi e nelle scelte strategiche per il territorio della futura città unica. Se si vuole realmente favorire il processo in tal senso occorre considerarlo un processo di vera e propria “costruzione” al quale devono poter concorrere tutti, in ogni sua fase».
«L’appello ai consiglieri regionali – affermano – andrebbe rivolto non per invitarli a “forzare il processo di fusione” con l’adozione di una apposita legge regionale  (che potrebbe perfino sortire una reazione sfavorevole della cittadinanza) – sostengono i consiglieri rendesi – ma per stimolare i sindaci delle città interessate verso una maggior condivisione nella pianificazione strategica dei loro territori e, ancora, perche’ la Regione assicuri ogni sostegno possibile per agevolare il percorso e consentire di raggiungere il primo step, che è quello della condivisione di servizi ai cittadini  assai più efficienti ed economici di quelli attuali».
«Fermo restando – scrivono ancora – che occorrerà valutare anche la sussistenza in concreto di ogni altra condizione che lo renda realmente utile, a partire dalla situazione economica in cui versano gli Enti. Riteniamo, infatti, assolutamente indispensabile l’analisi di dettaglio e la spiegazione puntuale sia della vantaggiosità concreta dell’opzione “fusione”, che l’esame delle criticità che tale scelta, inevitabilmente, parimenti comporta. Troppo spesso alla proposta di fusione non si accompagna la spiegazione della sua effettiva “convenienza” alla luce di tutte le valutazioni necessarie».
«È certamente legittimo porre la questione della città unica – concludono – tuttavia, dal nostro punto di vista è necessario che il percorso avvenga senza “forzature”, ma con atti che ne favoriscano la maturazione politica e sociale nei territori. Solo una volta raggiunti gli step indispensabili ai quali ci siamo richiamati – ad opera degli Enti territoriali direttamente coinvolti – potrà essere apprezzata come autorevole  l’iniziativa degli stessi Enti territoriali coinvolti a proseguire nel percorso  amministrativo verso la ipotizzata citta’ unica. In tal modo soltanto, i cittadini dei diversi comuni avranno avuto modo e tempo di maturare la convinzione dell’utilità della scelta, eventualmente condividerla e rendersene protagonisti e fautori in modo del tutto spontaneo».

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