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La protesta

Diritto all’aborto a Cosenza, sit-in di Fem.in all’Annunziata – VIDEO

Manifestazione nel cortile dell’ospedale. Gli organizzatori: «Abbiamo ottenuto un incontro con il commissario e con il primario»

Pubblicato il: 16/11/2022 – 17:13
Diritto all’aborto a Cosenza, sit-in di Fem.in all’Annunziata – VIDEO

COSENZA Protesta questo pomeriggio davanti l’ospedale di Cosenza da parte del collettivo “Fem.In. Cosentine in lotta” per chiedere che sia garantito il diritto all’aborto. Nell’estate scorsa, l’unico medico abortista in servizio nell’ospedale, è diventato obiettore. L’Azienda ospedalieri, successivamente, a seguito di una manifestazione di interesse urgente, ha fatto un contratto ad una dottoressa per due giorni alla settimana ed il contratto sta per scadere. I manifestanti si sono ritrovate davanti all’ingresso dell’ospedale e hanno affisso uno striscione con scritto “194 volte prese in giro, aborto garantito subito” e chiesto un appuntamento con il commissario dell’azienda ospedaliera.«Chiederemo che l’aborto venga garantito sempre, perché oltre ad essere un diritto è un servizio sanitario che viene erogato a singhiozzo. Quindi siamo qui per pretendere una risposta precisa», ha sostenuto una portavoce del gruppo. Il commissario straordinario dell’azienda ospedaliera di Cosenza, si è reso disponibile ad incontrare una rappresentante del collettivo femminile martedì 22 novembre alle ore 12.

Fem.In: «Abbiamo ottenuto un incontro»

«Questo pomeriggio siamo entrate nel cortile dell’Annunziata per presidiare la direzione sanitaria. Abbiamo ottenuto un incontro con il commissario dell’A. O. e il primario (obiettore di coscienza) di Ginecologia dottor Morelli, per Martedì 22 Novembre alle 12». Così annunciano sul profilo social il comitato “Fem.in Cosentine in lotta” che ha organizzato un sit-in nel piazzale dell’ospedale di Cosenza.
«Tutte insieme, studenti, giovani, lavoratrici e precarie – scrivono – pretendiamo i nostri diritti e non arretreremo di un passo. L’aborto, oltre ad essere un diritto, è un servizio sanitario che deve essere garantito, come tutti gli altri».
«In una Regione dove le cliniche private fanno il bello e il cattivo tempo in materia di salute – concludono – questa è soltanto la prima battaglia per avere un servizio sanitario efficiente e di qualità!».

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