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Mancano medici nel Catanzarese: emorragia di guardie mediche

Si susseguono le chiusure della postazioni sul territorio. L’allarme dei sindaci della provincia: «A rischio l’assistenza sanitaria»

Pubblicato il: 18/11/2022 – 11:39
Mancano medici nel Catanzarese: emorragia di guardie mediche

CATANZARO Postazioni di continuità assistenziali chiuse per carenza di medici. Accade in Calabria, dove le comunicazioni di chiusura si moltiplicano giorno dopo giorno. La provincia più colpita dal fenomeno è quella di Catanzaro, dove diversi sindaci hanno avviato azioni di protesta pur di difendere il diritto alla salute dei propri concittadini. L’iter è sempre lo stesso, come raccontato da diversi sindaci: «Il sistema – dice all’Agi – il sindaco di Petronà, Vincenzo Bianco, anch’egli interessato al problema – è andato definitivamente in tilt dopo il periodo del Covid-19, quando molti giovani medici calabresi sono stati invitati a spostarsi al Nord in cambio di una serie di benefit. Questo ha scoperto i nostri presidi e ora non riceviamo soluzioni ai problemi quotidiani».
Dallo scorso primo luglio la guardia medica di Marcedusa, piccolo centro ai piedi della Presila, in provincia di Catanzaro, è chiusa e gli utenti, una popolazione prevalentemente anziana, sono dirottati proprio a Botricello. Ma quest’ultimo presidio rimane chiuso a sua volta, con ulteriore provvedimento che indica la postazione a cui rivolgersi. «In questo modo la richiesta di soccorso diventa un terno al lotto», racconta un cittadino di Marcedusa che poche notti fa è dovuto ricorrere alle cure mediche per una crisi respiratoria che ha colpito la figlia di 5 anni.
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha avviato l’iter per impegnare circa 500 medici cubani che dovrebbero sopperire alle carenze dei professionisti. Un iter complesso che non ha ancora prodotto i risultati sperati. Lo stesso Occhiuto ricopre anche il ruolo di commissario alla sanità calabrese, nominato subito dopo la sua elezione per gestire un piano di rientro dal debito sanitario che si trascina da oltre un decennio. Sotto accusa, intanto, è finito anche il sistema di numero chiuso negli Atenei, considerato che questo limiterebbe il numero degli studenti in medicina e, di conseguenza, il numero dei laureati. L’intero sistema sanitario calabrese risente di queste carenze, soprattutto rispetto al personale. Le ambulanze del 118 restano spesso senza medico a bordo e questo complica la gestione del servizio di emergenza urgenza sul territorio.
Da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, la più esposta a questi fenomeni, non arrivano soluzioni definitive. Nei vari incontri con i sindaci, come spiegato dagli stessi primi cittadini, «appare emergere più un problema di gestione dei medici, senza avere soluzioni chiare e mettendo a rischio l’assistenza sanitaria».
«Riceviamo improvvise comunicazioni da parte dell’Asp di Catanzaro – ha detto il sindaco di Botricello, Simone Puccio – con le quali ci informano che la guardia medica resterà chiusa per il turno di notte. Questo avviene a poche ore dalla normale apertura, ma il problema reale e’ che i giorni di chiusura si moltiplicano».

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