PARIGI Oltre la metà dei migranti dell’Ocean Viking, ossia 123 persone, è stata oggetto «di un rifiuto di ingresso in territorio» francese. La nave è approdata la scorsa settimana a Tolone ed è stata al centro di tensioni tra Francia e Italia. Ad annunciare il rifiuto davanti al Consiglio di Stato è stato oggi il ministero dell’Interno di Parigi. Delle 234 persone soccorse in mare, una quarantina di minori isolati sono stati presi in carico dagli aiuti sociali all’infanzia. Gli altri 189, ossia tutti gli adulti, sono stati trasferiti in una “zona di attesa” chiusa dove sono stati ascoltati dai funzionari dell’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi (Ofpra) chiamato a decidere sulla loro richiesta di asilo.
L’Ofpra ha emesso «123 pareri sfavorevoli» nei confronti di altrettante persone, che si vedranno respinto l’ingresso sul territorio, secondo quanto dichiarato da Charles-Edouard Minet, vicedirettore del consiglio giuridico e del contenzioso del ministero, durante un’udienza dell’alta giurisdizione amministrativa. L’agenzia francese per l’asilo ha emesso «66 pareri favorevoli ad un’ammissione sul territorio», ha precisato il rappresentante del ministero, senza precisare tuttavia se i 123 migranti oggetto di pareri sfavorevoli andranno incontro ad una procedura di espulsione.
L’estrema destra in Francia ha criticato la politica dell’esecutivo dopo che 26 dei 44 migranti minori sbarcati dalla nave Ocean Viking a Tolone hanno deciso di scappare dal centro accoglienza dove si trovavano. Marine Le Pen, di Rassemblement National, ha tuonato su Twitter contro il governo che, a suo dire, è stato “umiliato”. La situazione è «fuori controllo», ha denunciato.
«Ridere o piangere? Ogni volta, mi chiedo se possiamo affondare più in basso. La risposta è invariabilmente sì», ha twittato Eric Zemmour, leader di Reconquete, a cui ha fatto eco la compagna di partito Marion-Mare’chal. «Darmanin non controlla assolutamente nulla e ridicolizza il nostro Paese», ha dichiarato la nipote di Marine che ha scelto di seguire il noto polemista alle scorse presidenziali.
«Il sogno migratorio dei giovani provenienti dall’Africa dobbiamo gestirlo noi con i Paesi da cui provengono, non certo i trafficanti. Su questo siamo tutti d’accordo». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Napoli per il Comitato provinciale dell’ordine e la sicurezza. La convocazione di un vertice Ue, ha aggiunto, «è un primo successo, la riprova del fatto che l’Italia sia riuscita a ottenere che l’argomento ritornasse alla giusta attenzione degli organismi europei».
«Non abbiamo lezioni da imparare da altri, l’Italia ha già delle esperienze che vanno messe a sistema e rese funzionali a essere anche contraltare di azioni di fermezza», aggiunge spiegando che «il piano sarà presentato agli uffici dell’Unione e ruota attorno al fatto che siamo fortemente convinti che ogni azione di fermezza per respingere traffici illegali, soprattutto nel Mediterraneo, dovrà essere compensata con fenomeni di più lunga durata, strutturali, che prevedono flussi di ingresso legali e corridoi umanitari».
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