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Occhiuto: «Autonomia differenziata? Prima diamo pari diritti a tutti i cittadini, oggi non è così»

Il governatore precisa sull’attuazione della riforma: «Le risorse vanno ripartite secondo giustizia, non in base alla spesa storica»

Pubblicato il: 19/11/2022 – 11:57
Occhiuto: «Autonomia differenziata? Prima diamo pari diritti a tutti i cittadini, oggi non è così»

CATANZARO «La Costituzione va attuata non solo nella parte in cui dà la possibilità di fare l’autonomia differenziata ma soprattutto nelle parti dove impone che i diritti siano garantiti allo stesso modo in tutto il Paese». Davanti alle telecamere del Tg 4, il governatore Roberto Occhiuto chiarisce nuovamente la propria posizione sulla riforma-manifesto della Lega e sulla bozza portata in Conferenza delle Regioni dal ministro Roberto Calderoli. Occhiuto si è detto possibilista rispetto all’attuazione dell’autonomia differenziata, purché il punto di riferimento sia la Costituzione e tutto ciò che essa prevede. Con una sottolineatura sulla semantica: l’autonomia differenziata è prevista come possibilità, la parità dei diritti è un obbligo. Non sono dettagli: la garanzia di pari diritti in tutto il Paese prima di entrare nel vivo di un provvedimento che la Lega vorrebbe attuare con una certa fretta può intervenire in maniera determinante sui tempi. Occhiuto spiega che «i diritti vanno garantiti in maniera uniforme in tutta Italia. Per farlo, questi diritti vanno qualificati – e questi sono i Lep (Livelli essenziali di prestazione, ndr) – e vanno finanziati, ma non attraverso la spesa storica».

«I diritti devono valere per tutti, oggi non è così»

«Faccio un esempio – continua il governatore –: se la città di Crotone investisse 100mila euro all’anno sugli asili nido perché non ha risorse a disposizione e la città di Bergamo investisse un milione, in un’ipotesi di nuova ripartizione delle risorse con un aumento del 10%, la città di Crotone avrebbe 10mila euro in più, quella di Bergamo 100mila euro in più e il divario Nord-Sud aumenterebbe». L’esempio vale a capire quali sarebbero le conseguenze di un’applicazione frettolosa della riforma: per il Mezzogiorno sarebbe un flagello. «Noi – continua Occhiuto – vogliamo che le risorse siano ripartite secondo un criterio di giustizia che è quello del fabbisogno che c’è sul territorio e non della spesa storica. E poi vogliamo che funzioni la perequazione: sono tutte cose scritte nella nostra Costituzione e non attuate». Poi torna a spiegare di cosa parla quando si riferisce ai Lep: «Potremmo definirli diritti civili e sociali. La nostra Costituzione dice che questi diritti devono valere nello stesso modo a prescindere da dove un italiano viva: oggi non è così». (redazione@corrierecal.it)

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