CORIGLIANO ROSSANO «Questa mattina l’imbarazzo di venire ad approvare nuovamente i propri debiti, cioè l’ennesima volta in cui il Consiglio Comunale approva i debiti fuori bilancio delle loro amministrazioni, ha annebbiato anche le capacità di fare dei semplici conti da abaco. Infatti, approfittando di assenze fisiologiche per un consiglio convocato di domenica proprio per favorire gli impegni – evidentemente farlocchi – di alcuni consiglieri di opposizione che non erano disponibili di venerdì o di sabato, hanno provato a giocare la carta dell’eventuale mancanza del numero legale per buttarla in caciara politica e cercare di non affrontare il vero problema». Così il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi replica alle critiche di alcuni consiglieri comunali di maggioranza che lo accusano di «mortificare» le istituzioni a margine dell’infuocato consiglio comunale convocato oggi, domenica 20 novembre.
«Con questa mattina – spiega – siamo a circa 10 milioni di euro di debiti fuori bilancio provenienti da amministrazioni precedenti, a cui vanno aggiunti 16 milioni di euro sui rifiuti, 14 milioni di euro di energia elettrica, 10 milioni di euro di canoni idrici, più altre voci più piccole. Ogni mese la nostra amministrazione paga pesanti rate, togliendole dalla disponibilità delle casse comunali quindi della disponibilità dell’Ente, grazie a gestioni tanto nefaste al punto di non aver pagato nemmeno spese scontate come energia elettrica, canoni idrici, forniture di gas, indennità di esproprio. Comprendo l’imbarazzo nel dover ammettere le proprie profonde inadeguatezze, che sono quelle inadeguatezze che la città ha sonoramente bocciato, una bocciatura che non può essere coperta da queste commedie da bar o con trucchetti da quattro soldi».
«Una bocciatura profonda – continua il sindaco – che la città confermerà ancor più sonoramente anche per la chiarezza con la quale racconteremo all’intera città, le 50 milioni di responsabilità di una classe dirigente di vecchi lupi spelacchiati che non si presenta in Consiglio per non ammettere la propria spiccata capacità di non saper fare i conti, di non adempiere nemmeno ai propri impegni istituzionali ed amministrativi più basilari, di non aver saputo nemmeno pagare le bollette dell’ente. Del resto, evidentemente, non si ha nemmeno la capacità di fare i conti sul numero legale. La città stia tranquilla. È doloroso per chi fa il sindaco caricarsi decine di milioni di euro di debiti del passato: significa privarsi di risorse per dare servizi, per fare lavori, per migliorare le cose, ma ci stiamo riuscendo e ci riusciremo lo stesso, allo stesso tempo garantendo la giusta e doverosa stabilità economica e finanziaria all’ente. Queste commedie da bar descrivono pienamente la differenza abissale tra chi governa oggi e chi l’ha governata in passato, un’epoca fortunatamente definitivamente chiusa».
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