CATANZARO Il Tribunale di Catanzaro (Presidente Filippo Aragona; a latere i giudici Sara Mazzotta, Roberta Cafiero), ha ordinato la scarcerazione di Mario Perri (difeso dall’avvocato Gianpiero Calabrese.
Perri era sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere perché con il «ruolo di riscossore dei proventi estorsivi in occasione dell’evento Fiera di San Giuseppe per conto del clan rappresentato da Francesco Patitucci e unitamente a Sergio Del Popolo «in concorso tra loro si rivolgevano direttamente alle vittime per richiedere la somma di denaro, evocando l’ingerenza criminale ‘ndranghetistica». Se non avessero pagato, gli ambulanti sarebbero stati destinatari di azioni intimidatorie e lesive, come ad esempio l’incendio della bancarella. All’udienza camerale, la difesa riportandosi alla memoria depositata, contestava la sussistenza dei gravi indizi. In particolare, evidenziava come l’ipotesi accusatoria del presente procedimento fosse fondata sulle medesime dichiarazioni dei collaboratori di giustizia antecedenti al’1 aprile del 2015, già poste a fondamento del procedimento conclusosi con sentenza di condanna nei confronti di Mario Perri. Il pentito Adolfo Foggetti, iniziando la collaborazione nel 2014 in epoca antecedente al primo aprile 2015, riconosceva Perri come «contrasto» nell’ambito del gruppo per cui il ricorrente aveva già subito condanna. L’avvocato Calabrese, inoltre, ha rilevato l’assenza di qualsiasi riferimento a Perri all’interno del compendio intercettivo, evidenziando come nell’ambito delle dichiarazioni rese da coloro che hanno iniziato il percorso di collaborazione con la giustizia in epoca più recente non vi sia alcun riferimento a Perri e alla sua partecipazione al gruppo confederato e alle estorsioni successivamente al 2015.
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