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Occhiuto: «Il governo finanzi la Statale 106, ok al Ponte altrimenti l’Alta velocità rischia di non essere sostenibile»

L’informativa del presidente in Consiglio regionale sulle interlocuzioni con il governo e Salvini. «Sì all’autonomia differenziata partendo dai Lep e dalla perequazione». «Con il governo non penso …

Pubblicato il: 21/11/2022 – 18:06
Occhiuto: «Il governo finanzi la Statale 106, ok al Ponte altrimenti l’Alta velocità rischia di non essere sostenibile»

REGGIO CALABRIA Infrastrutture, con particolare attenzione al Ponte sullo Stretto e alla Statale 106, ma anche l’autonomia differenziata. Su questi due temi si è soffermato il presidente della Regione Roberto Occhiuto nella sua in formativa odierna al Consiglio regionale sui contatti con il governo e in particolare con il ministro delle Infrastrutture Salvini.

Capitolo infrastrutture

Occhiuto sui è anzitutto soffermato sul capitolo infrastrutture. «Ho rappresentato al ministro Salvini la necessità di allargare il confronto, da esercitare attraverso una cabina di regia, a tutte le infrastrutture strategiche, e la necessità che il governo sia conseguente rispetto all’impegno contenuto nell’allegato infrastrutture del del Def del precedente esecutivo che prevedeva 3 miliardi di euro per la Statale 106. Ho rappresentato la circostanza, che Salvini conosceva, che in un paese civile non si può consentire che per 30 anni si definisse una strada la “strada della morte” senza che lo Stato non facesse nulla per evitarlo. La Statale 106 è una strada di importanza strategica non solo per la Calabria ma per tutto il Paese e anche l’Europa la mette tra quelle più importanti, ma negli ultimi decenni non c’è stato un conseguente impegno dei vari governi, sia di centrosinistra sia di centrodestra. Spero – ha sostenuto il presidente della Giunta – che nella legge di bilancio che oggi sarà approvata possa trovare spazio il finanziamento di 3 miliardi: ho chiesto al governo questo e ho chiesto una norma pluriennale di finanziamento della Statale 106, spero che il governo sia conseguente».
Occhiuto ha specificato che «l’oggetto dell’incontro con Salvini era principalmente il Ponte sullo Stretto. A Salvini ho detto che condivido la necessità di questa opera perché la Calabria ospita il primo porto d’Italia e stiamo vedendo quanto stia diventando importante il Mediterraneo nel paradigma di sviluppo dell’Europa. Parliamo di uno spazio dove si scambiano merci in quantità crescenti e in cui acquisteremo sempre di più l’energia nei prossimi anni. È il luogo nel quale si affacciano Paesi di un continente che moltiplicherà la sua popolazione e da cui dovremo importare probabilmente anche manodopera. Per noi si apre una grande possibilità. Il Mediterraneo quindi è davvero strategico, e la Calabria davvero può diventare l’hub dell’Europa nel Mediterraneo. E credo che un’infrastruttura come il Ponte sullo Stretto sarebbe la dimostrazione di quanto il governo vuole investire in questa parte del Paese con opere che hanno un riverbero anche per lo sviluppo delle infrastrutture secondarie, a dispetto dei cosiddetti teorici del “benaltrismo”. Mi auguro che l’investimento sul Ponte abbia questa valenza, per agganciare al Ponte le infrastrutture che la Calabria aspetta da decenni. Sarebbe un’opera gigantesca capace anche di attrarre l’interesse mondiale verso la Calabria e la Sicilia. Ci sono imprenditori che comprano squadre di calcio per avere lo stadio e fare una galleria attorno allo stadio. Pensate a quello che significherebbe per la Calabria e la Sicilia e per le città di Reggio e Messina avere una enorme galleria – metaforicamente – a margine del Ponte sullo Stretto. È un’opera di straordinaria importanza senza la quale, secondo me, anche l’Alta velocità ferroviaria, previsto nel suo finanziamento in parte nel Pnnr solo per 1,8 miliardi nel tratto fino ai confini della Calabria e per altri 9 miliardi nei tratti calabresi, difficilmente si farà, perché collegare una regione di 1,8 miliardi di abitanti con l’Alta velocità è una cosa, collegare due regioni per complessivi 7 milioni rende più sostenibile anche l’investimento in questa altra decisiva infrastruttura. A Salvini – ha concluso il presidente della Giunta – ho detto che aveva il mio consenso sulla necessità di riavviare le procedure per il Ponte ma che questo consenso lo davo insieme alla rassicurazione da parte del governo nazionale sull’interesse verso altre infrastrutture come la Statale 106, che è una battaglia anche di questo consiglio regionale, il cui contributo ha rafforzato anche la mia azione. Sono grato ai consiglieri di maggiorana e opposizione per aver approvato una mozione a febbraio e ai sindacati per la Vertenza Calabria: quella mozione è servita per inserire i 3 miliardi nell’allegato infrastrutture del Def e per avere le interlocuzioni con il livello governativo. Se stasera nella legge di bilancio avremo i 3 miliardi sarà grazie a questo lavoro fatto insieme e sarà un risultato condiviso. Se non ci fossero sarebbe vibrante la mia protesta nei confronti del governo nazionale, ma vorrei che analogo coraggio lo avessero tutti in questo’aula. Svolgo questa azione di rottura rispetto agli schemi ma vorrei che lo svolga anche l’opposizione, auspico che sia pronta a riconoscere un risultato che la Calabria non ha mai avuto».

Il capitolo autonomia

«Sul tema delle infrastrutture dovremmo essere un’unica cosa, al di là delle appartenenze, perché è un tema anche connesso a quello dell’autonomia differenziata», ha poi i spiegato Occhiuto. «Ho incontrato più volte al ministro Calderoli, spiegando che il nostro non è un approccio meramente difensivo e rivendicativo, vorrei che ci fosse un Mezzogiorno capace di confrontarsi con le Regioni del Nord. Ho rappresentato a Calderoli che ci sono materie che potrebbero essere utili alla Calabria, come l’energia. Noi in Calabria produciamo più energia di quanto i calabresi ne consumano ma i calabresi pagano le bollette come i veneti e i lombardi: se ci fosse data la possibilità di trattenere la fiscalità prodotta dalle aziende che producono energia in Calabria faremmo della nostra regione una regione ricchissima e che fa pagare l’energia in modo più sostenibile. L’autonoma differenziata, se abbiamo la capacità di legge in una logica competitiva con il Nord, non è necessariamente sfavorevole per il Mezzogiorno: se poi subiamo l’imposizione delle materie che interessano le Regioni del Nord senza inserire le materie strategiche per noi, è chiaro che avremo problemi. Al ministro Calderoli – ha rimarcato il governatore – ho fatto anche l’esempio del porto di Gioia Tauro, che è un porto di transhipment che non porta ricadute in Calabria. Noi stiamo reinvestendo su un’area retroportuale e sui collegamenti: a Calderoli ho detto “perché noi che abbiamo il primo porto d’Italia non abbiamo nemmeno una percentuale di compartecipazione agli oneri doganali?” Non mi piace che il Sud sia rappresentato solo come una parte che si difende rispetto a un Nord che si propone: certo, chi governa Regioni del Sud deve avere la capacità di affermare i diritti dei cittadini di quelle regioni, per questo ho messo dei paletti importanti sul tema dell’autonomia differenziata. E ho spiegato – questo ho risposto a Calderoli e anche a Zaia – che l’autonomia differenziata nella costituzionale è declinata come una possibilità per stato e regioni ma ci sono altre parti – a esempio i Lep i diritti sociali e civili – che sono declinate non come possibilità ma come dei doveri da parte dello Stato: se si vuole parlare di autonomia differenziata ci stiamo con questo approccio competitivo ma solo un istante dopo che lo Stato ha attuato nella parte che riguarda i diritti, perché la Costituzione dice che i diritti vanno garantiti con uniformità in ogni parte del territorio nazionale, da Crotone a Treviso, e in Costituzione non è scritto che questi diritti vanno finanziati attraverso l’ingiusto criterio della spesa storica, che consolida solo diseguaglianze e che va superato, ma attraverso i fabbisogni standard. Se si seguissero i criteri dei Lep e i fabbisogni standard scopriremmo che alle Regioni del Sud sono state sottratte molte risorse. E ho detto che dell’autonomia differenziata si discuta un minuto dopo anche aver risolto un altro problema, quello della perequazione, sia infrastrutturale sia quella in ordine alla minore capacità fiscale delle Regioni del Sud. Il mio atteggiamento – ha concluso Occhiuto – è stato questo, non sono tra quali che erigono barricate ma sono tra quelli che sono convinti di avere buone carte per confrontatasi senza complessi e senza sudditanza psicologica anche con le regioni del Nord perché sono convinti che dall’attuazione della Costituzione in tutte le sue parti possono venire vantaggi per la Calabria».

Rapporti con il governo

Occhiuto infine, in sede di controreplica dopo il dibattito in aula, si è soffermato anche sui rapporti con il governo. «Il governo è stato finora molto sensibile, a esempio con la proroga del Decreto Calabria. Ma l’intensità dell’udienza che il presidente della Regione ha con il governo dipende anche dai risultati in termini di credibilità e di capacità determinare una rottura con il passato che posano spendere sul piano nazionale, e questo risultato non lo avrei potuto raggiungere senza il sostegno della mia Giunta e della mia maggioranza sulle riforme. Qualcuno mi chiede se sono disponibile a rompere con la maggioranza di governo: rispondo no, la mia ambizione non è quella di rompere con la mia maggioranza, ma magari sì, strappare con la maggioranza di governo quando si tratta di ottenere risultati per la mia Calabria, ma sempre in un rapporto di collaborazione leale con il governo: lo sto facendo sull’autonomia differenziata, ricordo che la nostra posizione ha determinato che nella legge di bilanci ci sarà una norma che istituisce una cabina di regia per definire i Lep, forse perché anche Calderoli ha capito che non avrebbe trovato sponde». Occhiuto ha quindi aggiunto: «Il prossimo tema che vorrei porre in questa aula è che la Calabria si potesse dotare di una struttura di missione, una cabina di regia, con docenti universitari, avvocati dello Stato, grandi manager che ci aiuti a metter a terra le risorse in arrivo dall’Europa. Nella Regione ci sono ottime professionalità, di grandissima qualità, ma com’è oggi possiamo solo velocizzare la spesa ma non mettere a terra tutte le risorse. Su questo vorrei che ci fosse un dibattito sul tema della velocizzazione della spesa. Mi è stato posto un quesito sull’Anas. Uno dei problemi è che Anas ha dei piani di carta, non ha risorse proprie ma le risorse che il governo le trasferisce. Io non ho un bel carattere, qualcuni mi ha definito permaloso, a volte mi arrabbio, è successo anche con i vertici dell’Anas ma poi mi sono reso contro che Anas non ha risorse proprie. Sul tema delle infrastrutture da un lato dobbiamo chiedere l’impegno del governo nazionale e dobbiamo farlo con il contributo dei sindacati e delle forze produttive ma dall’altro – ha concluso Occhiuto – dobbiamo anche chiederci cosa dobbiamo fare noi».

Gli interventi dell’opposizione

Serrato il dibattito sulle infrastrutture sostenuto dai banchi delle opposizioni. Davide Tavernise (M5S): «Apprezzo del presidente Occhiuto il fatto che sta tirando dritto, chiedo però a Fratelli d’Italia, che esprime il premier, di far vedere fatti concreti. Ho letto la rassegna stampa sulla legge di bilancio e non ho visto un euro per la Statale 106». Antonio Lo Schiavo (DeMa): «Di Ponte sullo Stretto è inutile pure discuterne perché una dose di realismo la dobbiamo avere e in Calabria ci sono territori completamente isolati». Ernesto Alecci (Pd): «Mi piacerebbe sapere qual è la priorità,. se la Fano-Grossetto o la Statale 106, penso che questo governo regionale debba chiedere on forza una legge ad hoc per la Statale 106. Il Ponte? A tutti piacerebbe, ma prima bisogna avere altre infrastrutture, i calabresi non sognano il ponte sullo Stretto ma di poter girare la Calabria in piena sicurezza». Raffaele Mammoliti (Pd): «Mentre altrove si stanno realizzando infrastrutture avanzate tecnologicamente, in Calabria siamo ancora indietro e ci sono gravi ritardi». Ferdinando Laghi (DeMa) ha evidenziato i rischi legati alla realizzazione del Ponte sullo Stretto sul piano ambientale e dell’equilibrio marino e l’instabilità legata alle condizioni climatiche, ricordando che «la Calabria è a rischio 1 sul piano sismico, e questo è un ulteriore elemento di perplessità sul Ponte». Amalia Bruni (Misto): «Dovremmo andare per priorità. Se qualcuno mi fa vedere che i fondi del Pnte sono altro rispetto a quelli relativi alla Statale 106 e alla viabilità calabrese che è ancora a dorso di mulo, potrei anche sere d’accordo, altrimenti no, perché le priorità sono altre, a partire dalla 106. Quanto all’autonomia differenziata, su questo si gioca il futuro della Calabria: prima si cllimi le lacune, per cui se la visione di Occhiuto è quella di attuare prima la Costituzione sono d’accordo ma chiedo che si discuta quanto prima in Consiglio regionale». Domenico Bevacqua (Pd): «Vorrei ricordare che il Consiglio regionale aveva approvato all’unanimità una mozione sulla Statale 106 che oggi siamo costretti a rivedere. Vedo l’impegno del presidente Occhiuto e vedo – è un bel segnale – che prende posizioni diversificate anche rispetto al suo schieramento ma dirò grazie a Occhiuto e alla giunta quando davvero vedremo risultati per la Calabria». (c. a.)

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