CORIGLIANO ROSSANO «Ho riscontrato gravi irregolarità amministrative e contabili che non si possono sottacere, in un clima di terrore alimentato da questa amministrazione quando si propone un’opposizione su contenuti politici. Ne seguono così reazioni scomposte e personali, con ricorso a comunicati stampa maldestri e offensivi, privi di contenuti e con l’innesco della macchina del fango, anche sui social».
Così il consigliere comunale di opposizione, Aldo Zagarese, replica alle critiche mosse dal suo collega di maggioranza, Pietro Mingrone.
Per l’ex capogruppo del Pd, quindi, «l’opposizione sui contenuti è avvertita dall’amministrazione comunale come lesa maestà».
«Con senso di responsabilità – spiega Zagarese – ho partecipato al consiglio comunale per affrontare in particolare due punti all’ordine del giorno, un debito fuori bilancio da 500mila euro e una variazione di bilancio per ulteriori risorse da destinare al capitolo turismo e quindi al programma estivo. Ma quando ci siamo resi conto che il numero legale era garantito dai consiglieri di opposizione, come atto politico, anche per evitare strumentalizzazioni, abbiamo ritenuto (con il collega Vulcano, ndr) di mettere davanti a fatto compiuto l’amministrazione comunale: non c’erano i numeri per discutere punti così importanti. E non potevamo noi sostenere quella situazione. Era necessario una presa d’atto per poi rinviare la seduta in seconda convocazione. Maggioranza e amministrazione hanno perso l’umiltà, avrebbero dovuto riconoscere l’insufficienza dei numeri piuttosto che alzare la voce. Ed invece hanno voluto forzare la mano e chiedere soccorso ad un consigliere di maggioranza assente».
Zagarese rincara la dose. «In questi anni ho dimostrato grande rispetto per le istituzioni, attuando una linea politica basata sui contenuti, ma rispetto alle logiche di questa amministrazione quel modus di fare opposizione viene meno. Tra l’altro, lo scorso 25 ottobre avevamo chiesto di poter affrontare il consiglio la rendicontazione delle spese estive e ad oggi, nonostante i venti giorni canonici previsti dal regolamento, i lavori assembleari su quell’argomento non sono stati convocati. Respingo, dunque, al mittente – conclude le accuse di ostruzionismo e propaganda». (lu.la.)
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