MILANO Il «nucleo familiare Bandiera», ossia il vertice del clan della ‘ndrangheta di Rho, nel Milanese, smantellato stamani da un blitz della polizia e della Dda, «ha richiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza». Un dettaglio che emerge dalle oltre 1300 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Stefania Donadeo. In particolare, Cristian Bandiera, arrestato nella maxi inchiesta e figlio dello storico boss Gaetano (che fa parte del «nucleo familiare»), «ha effettuato la domanda il 17 luglio 2020 ed è stata accolta il 14 agosto».
Lo stesso Bandiera avrebbe dichiarato di non aver «prodotto alcun reddito», mentre «ha come principale fonte di reddito il denaro ottenuto dallo spaccio di sostanze stupefacenti da lui direttamente gestito». Anche un altro dei presunti sodali, Alessandro Furno, ha ottenuto il reddito di cittadinanza, così come Caterina Giancotti, che per la Dda di Milano è la prima donna in Lombardia ad aver avuto un ruolo operativo e organizzativo in una cosca di ‘ndrangheta. Un altro dei presunti sodali, Antonio Procopio, ha «richiesto l’indennizzo allo Stato per il covid-19 in quanto titolare dell’omonima impresa individuale avente attività edile». E nell’aprile 2021 ha avuto un «rimborso pari a 1.000 euro».
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