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l’inchiesta

La «pantomima» in sedia a rotelle del boss Gaetano Bandiera per ottenere benefici. «Sono tutte sceneggiate»

Una «messinscena», scrivono gli inquirenti. Nei fotogrammi catturati dalle videocamere si vede il 74enne camminare in autonomia

Pubblicato il: 22/11/2022 – 18:01
di Mariateresa Ripolo
La «pantomima» in sedia a rotelle del boss Gaetano Bandiera per ottenere benefici. «Sono tutte sceneggiate»

MILANO «Solo che, mi devo portare la carrozzella…quella me la devo portare per forza…a fare finta che sono sopra la carrozzella». A parlare in una intercettazione è quello che gli investigatori della Dda di Milano descrivono come «indiscusso vertice» del “locale” di ‘ndrangheta di Rho. Gaetano Bandiera, classe 1948, condannato in via definitiva per associazione mafiosa e agli arresti domiciliari. Sarebbe lui, secondo quanto emerso dalle indagini, uno dei vertici dell’organizzazione criminale smantellata nel milanese con l’operazione che ha portato all’arresto di 49 persone. Per gli investigatori che hanno osservato ogni sua mossa, il 74enne avrebbe finto di avere «problematiche di deambulazione» e di essere «costretto a muoversi in sedia a rotelle» mettendo in scena una vera e propria «pantomima». E sono state le intercettazioni e le videocamere piazzate fuori dalla sua abitazione ad incastrare Bandiera i suoi complici.

La «pantomima» per raggiungere il tribunale

È il 10 marzo 2021 e per Gaetano Bandiera c’è in programma di prendere parte all’udienza presso il Tribunale di sorveglianza di Milano ed è durante una conversazione captata tre giorni prima che – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Stefania Donadeo – ammette «candidamente» che «in occasione dell’udienza avrebbe dovuto “far finta” di utilizzare “la carrozzella”».
Sono le 10:43 del giorno dell’udienza quando dall’abitazione di Bandiera esce con al seguito una sedia a rotelle – per poi riporla vicino l’auto del 74enne – Alessandro Furno, anche lui indagato nell’inchiesta della Dda milanese, e che, secondo quanto emerso dalle indagini, «prendeva in prestito dal padre» la carrozzina per farla utilizzare a Bandiera.

Qualche minuto dopo, alle 10:58, è proprio il 74enne, in totale autonomia e sulle proprie gambe, a uscire dallo stabile.

Salvo poi arrivare davanti all’ingresso del Tribunale, sedersi sulla sedia a rotelle e farsi accompagnare all’interno dell’edificio.

Nelle conversazioni intercettate: «Sono tutte sceneggiate»

Una vera e propria «messinscena», scrivono gli inquirenti, «al fine di fuorviare l’Autorità Giudiziaria durante l’udienza in questione, manifestando la sua difficoltà di deambulazione». In nessuna circostanza, nel corso delle sue “uscite mattutine”, dalle 10 alle 12, Bandiera «ha mai utilizzato una sedia a rotelle». «Si muoveva autonomamente senza necessità di alcun supporto (neanche i classici “bastoni della vecchiaia)”», si legge nell’ordinanza, dove si rileva infine che Gaetano Bandiera «aveva raccolto tutta la documentazione medica in grado di esasperare i suoi malesseri fisici per ottenere la prosecuzione del regime di differimento pena». E a darne ulteriore conferma è proprio il figlio del boss, Cristian Bandiera, che nel corso di una conversazione in cui gli veniva chiesto: «Ma cammina?», con riferimento al padre, lui rispondeva di sì. «Cammina! Sono tutte sceneggiate», tranquillizzava la moglie Stefano Sanfilippo, pregiudicato di origini gelesi appartenente alla cosca Novella-Gallace della jonica calabrese. «Per uscire», è la risposta di Cristian Bandiera.

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