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“Pacta sunt servanda”, la Corte d’Appello conferma le assoluzioni per Pantusa e Maradei

I due erano accusati di usura ed estorsione. Rideterminata la pena per Pietro Quintieri e Michele Sementilli

Pubblicato il: 22/11/2022 – 17:58
“Pacta sunt servanda”, la Corte d’Appello conferma le assoluzioni per Pantusa e Maradei

CATANZARO La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza del gup presso il Tribunale di Castrovillari che nel novembre 2021 aveva assolto il commercialista Salvatore Pantusa e l’imprenditore Michele Maradei dai reati di usura ed estorsione. L’operazione della Procura di Castrovillari, denominata “Pacta sunt Servanda”, era culminata con l’esecuzione di misure cautelari nei confronti di una decina di soggetti, tra cui Pantusa e Maradei, ipotizzando un rapporto di usura con altri imputati: Andrea Maradei, Pietro Quintieri e Francesco Ciminelli nei confronti di un imprenditore edile della zona della presila, Giovanni Veneziano. Salvatore Pantusa, difeso dagli avvocati Sergio Sangiovanni e Francesco Muscatello e Maradei Michele, difeso dagli avvocati Leonardo e Alessandro Rosa, avevano optato per il rito abbreviato che aveva portato all’assoluzione con formula piena da parte del gup di Castrovillari che aveva stabilito la totale estraneità, «per oggettive circostanze temporali e per l’assenza di conoscenza del patto usurario» dei due imputati al rapporto usurario ipotizzato profilandosi a carico degli stessi «il corredo di suggestioni che non consente di ritenere raggiunta la prova del fatto». Tesi sposata anche oggi dalla Corte d’Appello di Catanzaro. La Corte ha anche operato un ridimensionamento sostanziale della pena per gli altri due imputati che avevano optato per il rito abbreviato: Pietro Quintieri, difeso dall’avvocato Enzo Belvedere, anch’egli coinvolto nell’ipotesi di usura ed estorsione, per la quale la Corte ha rideterminato la pena in 7 anni e un mesi e 10 giorni di reclusione e Michele Sementilli, difeso dall’avvocato Guerra, per il quale la Corte ha rideterminato la pena relativa ad un’ipotesi di cessione di arma da sparo da 3 anni e sette mesi di reclusione. (f.b.)

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