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l’udienza

«Ho investito Bergamini, si è gettato sotto il camion». In aula parole (e contraddizioni) di Raffaele Pisano

L’autista riferisce le parole di Isabella Internò la sera della morte del calciatore. Anselmo: «Atti in procura per falsa testimonianza»

Pubblicato il: 24/11/2022 – 18:59
di Francesco Veltri
«Ho investito Bergamini, si è gettato sotto il camion». In aula parole (e contraddizioni) di Raffaele Pisano

COSENZA C’era grande attesa oggi al tribunale di Cosenza per la deposizione di Raffaele Pisano, uno dei testimoni chiave del processo sulla morte dell’ex calciatore del Cosenza calcio Donato Bergamini, avvenuta a Roseto Capo Spulico il 18 novembre 1989. In tanti, alla vigilia di questa giornata, si aspettavano un forfait di Pisano, l’ex camionista di Rosarno, oggi 85enne, coinvolto nell’incidente che portò alla morte di Bergamini e dato misteriosamente per defunto fino al 2011, quando un articolo dell’allora Quotidiano della Calabria rivelò l’incredibile “risurrezione” dell’uomo (pare fosse stato scambiato per un omonimo che aveva realmente perso la vita). Pisano, invece, si è presentato in tribunale in perfetto orario in quella che può essere definita un’udienza fiume – durata circa sette ore – e a tratti surreale.
L’ex autista, pochi capelli bianchi rasati e piumino grigio abbottonato fino al collo, dopo aver informato i presenti dei suoi problemi di udito, ha risposto alle domande del procuratore capo di Castrovillari Alessandro D’Alessio, del pm Luca Primicerio, e degli avvocati di parte civile Fabio Anselmo e Alessandra Pisa facendo emergere alcune importanti e contrastanti dichiarazioni rispetto a quanto affermato in passato. Nessuna domanda, invece, da parte degli avvocati della difesa Rossana Cribari e Angelo Pugliese. In aula, dinnanzi al collegio giudicante presieduto da Paola Lucente, era presente l’unica imputata Isabella Internò, ex fidanzata di Bergamini.

«Se non vieni con me in Grecia mi butto sotto un camion»

Pisano, su richiesta di D’Alessio, ha subito ricostruito la tragica serata del 18 novembre 1989, facendo emergere tre nuovi particolari mai venuti fuori precedentemente. «Sono partito da Rosarno – ha affermato – per raggiungere Milano, dove avrei dovuto scaricare la merce. Giunto a Roseto Capo Spulico, sono stato fermato da una pattuglia dei carabinieri per un controllo (questo il primo particolare mai emerso prima d’ora, ndr). Una volta ripartito, dopo pochi chilometri, ho visto una macchina in una piazzola con il muso in direzione Taranto e davanti allo sportello chiuso del guidatore c’era una persona che guardava verso la strada. Mi sono chiesto: “Cosa sta facendo questo?”. Pensavo stesse facendo la pipì o che avesse bucato e che potesse chiedermi aiuto. Guidavo a un’andatura di circa 25-30 chilometri orari. Quando sono arrivato a tre metri da quella persona, l’ho visto fare uno scatto di reni per poi correre come un calciatore incontro al mio camion e buttarsi sotto. Per la troppa vicinanza non sono riuscito a evitarlo, ho frenato per cercare di salvarlo. L’ho preso col paraurti davanti, ancora ho nella testa il rumore dell’impatto. È andato sotto e l’ho trascinato fino al centro del camion. Dopo pochissimo tempo mi sono sentito bussare alla cabina del camion, era una ragazza. Mi è subito apparsa molto impaurita e ha detto che il ragazzo le aveva intimato che se non fosse partita con lui in Grecia, si sarebbe buttato sotto un camion (secondo elemento di novità rispetto alle precedenti dichiarazioni, ndr)». Qui Pisano ha affermato che la ragazza (Isabella Internò) aveva raggiunto la sua postazione di guida a piedi e non in macchina come dichiarato nel 1989.

Il particolare mai emerso (e mai raccontato da Pisano)

Il procuratore capo di Castrovillari D’Alessio, ha chiesto a Pisano come mai non avesse mai raccontato prima a carabinieri e giudici il particolare della Grecia visto che non risulta su nessun verbale, ma l’anziano ha replicato di averlo sempre detto. Più volte, nel corso della testimonianza dell’ex camionista, il presidente della corte è stata costretta a ripetere le domande per l’evidente problema di udito e quindi di comprensione del teste. Quando a quest’ultimo sono state contestate le sue numerose versioni contraddittorie rilasciate nel corso degli anni (l’avvocato di parte civile Anselmo si è persino avvicinato a Pisano con i vecchi verbali chiedendogli se la firma su quegli atti fosse la sua), l’uomo ha risposto con un «confermo tutto quello che c’è scritto sulle carte» che ha provocato non pochi sorrisi in aula. D’Alessio, Primicerio, Anselmo e Pisa si sono soffermati soprattutto sulla discordanza di alcune dichiarazioni rilasciate da Pisano rispetto agli anni precedenti. Come ad esempio i metri di trascinamento del corpo, oggi 7-8 metri (terza novità di giornata) mentre nei verbali precedenti del 1989, del 1991 e del 2011 l’ex camionista aveva parlato di numeri differenti: 50 metri, 27-28 metri, 30-35 metri.

Anselmo: «Atti in procura per falsa testimonianza e calunnia»

Pisano durante le sue esternazioni più volte ha detto di dire la verità, senza però nascondere una forte insofferenza nel trovarsi a rilasciare delle nuove dichiarazioni sulla morte di Donato Bergamini. «La realtà è tutta scritta – ha affermato in un primo momento – è una cosa vergognosa che si porta avanti questa cosa qui», per poi aggiungere più avanti, «sto perdendo la pazienza cu stu Bergamini». Durante l’udienza, l’avvocato Anselmo ha richiesto più volte a Pisano di non guardare verso gli avvocati della difesa prima di rispondere alle domande che gli venivano formulate. Alla fine, per via delle numerose contraddizioni emerse, ha chiesto che gli atti relativi alla testimonianza odierna di Pisano venissero trasmessi in procura per falsa testimonianza e calunnia. (redazione@corrierecal.it)

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