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De Sarro: «Integrazione? Posso firmare anche subito. Seconda Medicina in Calabria? Non ci si improvvisa…»

Il Rettore dell’Università di Catanzaro al report su Cardiochirurgia al Mater Domini. «Struttura centrale nella regione, ora attrezzature più moderne»

Pubblicato il: 25/11/2022 – 13:56
De Sarro: «Integrazione? Posso firmare anche subito. Seconda Medicina in Calabria? Non ci si improvvisa…»

CATANZARO L’integrazione tra le aziende ospedaliere di Catanzaro? «Posso firmare anche subito, aspettiamo i ministeri». Una seconda facoltà di Medicina in Calabria? «No, questa università ha 40 anni di storia, nessuno può improvvisare di fare il docente». Così il Rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovambattista De Sarro, a margine della presentazione del report sull’attività della Cardiochirurgia universitaria del Policlinico “Mater Domini”, report che secondo De Sarro conferma come «il centro della cardiochirurgia resta Catanzaro». Fermo restando che – ha rimarcato il Rettore – «è necessario mettere a disposizione mezzi diagnostici più moderni».

«Cardiochirurgia di Catanzaro sempre centrale»

De Sarro, affiancato dai predecessori Aldo Quattrone e Francesco Saverio Costanzo, parte proprio dal commento dei dati del report, illustrato dal direttore di Cardiochirurgia universitaria Mastroroberto. «Aumentando le risorse – ha esordito il Rettore dell’Umg – l’attività è cresciuta in maniera importante, e credo che sia anche il risultato della buona collaborazione tra la parte universitaria e la parte ospedaliera. L’obiettivo ovviamente ora è crescere ulteriormente per fare un servizio importante per l’intera regione ma anche per le regioni vicine alla Calabria, perché davvero si potrebbero ridurre in maniera concerta l’emigrazione sanitaria in questo campo. Il professor Mastroroberto ha ricordato le difficoltà nel passato, difficoltà che oggi per fortuna sono più ridotte. Potremmo anche ipotizzare di migliorare i servizi in questo ambito ma – ha rilevato De Sarro – per migliorare i servizi occorrono anche attrezzature più moderne, ed è questo non affligge solo l’Università ma l’intera regione. È necessario mettere a disposizione mezzi diagnostici più moderni, sarebbe un bene per l’intera sanità della Calabria». In ogni caso, per De Sarro «questa cardiochirurgia è davvero una struttura unica in Calabria, anche perché quella di Reggio ancora lavora poco. Il centro della cardiochirurgia resta Catanzaro. Per quanto riguarda cardiologia, auspico che con l’integrazione ci sia anche una parziale differenziazione, ossia un reparto potrebbe dedicarsi a una parte della cardiologia e l’altro potrebbe dedicarsi a un’altra parte. Cosa significa questo? Più bypass si fanno in un posto più si formano i ragazzi e più si ha esperienza. Che ci siano due strutture va benissimo, che si integrino va bene, ma ognuna potrebbe differenziarsi in modo tale da creare meno gelosie. Il bacino d’utenza lo consente anche perché la cardiologia a Catanzaro – ha sottolineato il rettore dell’Università del capoluogo – ha una certa importanza, sia nell’uno sia nell’altro ospedale: peraltro c’è una specie di osmosi, perché qualcuno che si è formato qui è andato lì, qualcuno da lì è tornato qui. La cardiologia di Catanzaro è sempre stata ottima, checché se ne dica».

Integrazione e seconda facoltà di Medicina

Intervistato dai giornalisti, De Sarro ha affrontato anche altri temi di stringente attualità. Anzitutto quello dell’integrazione tra le aziende Mater Domini e Pugliese Ciaccio di Catanzaro, visto che oramai è ritenuta imminente la firma del protocollo d’intesa tra Università e Regione: «Io lo spero. Aspetto che sia mandata ai ministeri, io posso firmare anche subito, non ho problemi. Aspettiamo la firma e aspettiamo di poter concludere questo atto, che credo i catanzaresi e i ministeri aspettano da tantissimi anni», ha rimarcato De Sarro.

De Sarro e, a sinistra, Costanzo e Quattrone

Quanto al dibattito sul numero chiuso a Medicina, il Rettore ha osservato: «Il numero chiuso non lo decidiamo noi, non lo decide lo Stato italiano, lo decide l’Europa. Il problema del numero chiuso non sono le aula, il problema è che con la forza dei docenti presenti in tutt’Italia non possiamo formare più studenti, perché per formare uno studente in medicina ci si deve dedicare. Se avessimo più docenti, non a Catanzaro ma in tutt’Italia, potremmo formare sicuramente molti più medici. Altro problema: è inutile – ha rimarcato De Sarro – che noi laureiamo 10mila studenti in più, ci vogliono 10mila posti in più nelle scuole di specializzazione, perché il tappo è rappresentato dalle scuole di specializzazione, che naturalmente devono essere ben scelte perché in alcune scuole dove ci sono numeri molto elevati alla fine lo specializzando non trova facilmente lavoro, mentre ci sono altre scuole il cui numero di studenti dev’essere aumentato in modo da fornire a tutto il territorio la possibilità di migliorare le prestazioni. E infine un altro problema: il medico che lavora al pronto soccorso dev’essere pagato di più perché con quello stipendio preferisce andare in un’altra specialità medica che richiede minore responsabilità. Anche la differenziazione degli stipendi in base ai rischi delle varie specialità deve essere presa nella giusta considerazione». Alla domanda se una seconda facoltà di Medicina in Calabria oltre quella di Catanzaro possa essere un vantaggio, De Sarro ha risposto confermando il no: «Non aiuterebbe, mi spiace. Questa università ha 40 anni di storia in medicina e per questo ha potuto fare tutte quelle specialità. In medicina ci sono ben 50 specialità: è stata costruita mattone per mattone, è stata formata in una certa maniera. Nessuno può improvvisare di fare il docente a Medicina, ci vuole una conoscenza delle problematiche che – ha concluso il Rettore dell’Università di Catanzaro – non si inventa in due giorni o in due anni». (c. a.)

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