CATANZARO Ha affermato di avere agito con l’intento di svolgere un’attività di mediazione volta a dirimere la controversi tra le parti. Ha chiesto di esser sottoposto a esame, nell’udienza preliminare che si è tenuta questa mattina, Andrea Adelchi Ottaviano, 59 anni, imputato con l’accusa di tentata concussione, in qualità di dirigente del settore Edilizia provata e Sue del Comune di Catanzaro, insieme a Giovanni Valentino, 67 anni, proprietario dello stabilimento balneare “Lo Jonio ce l’hai” che si trova a Catanzaro Lido.
Secondo l’accusa, in seguito all’incendio doloso che aveva interessato lo stabilimento balneare (del quale è gestore Matilde Talotta coadiuvata dal marito Aniello Grampone) era sorta una controversi tra i gestori e il proprietario Giovanni Valentino il quale si sarebbe rifiutato di sostenere le spese di rimozione e bonifica dell’area interessata dall’incendio, pretendendone l’esecuzione a spese di Talotta ma sotto la sua supervisione e con una ditta da lui scelta. Da parte sua Adelchi Ottaviano – nonostante i gestori avessero ottenuto dall’autorità giudiziaria un’autorizzazione al fine di provvedere alla bonifica – avrebbe contestato l’autorizzazione giudiziaria e convocato nel proprio ufficio Matilde Talotta e Valentino. Il giorno della convocazione la signora Talotta si è presentata insieme al marito Grampone e al proprio legale. Ottaviano però chiese all’avvocato e al marito di allontanarsi perché, avrebbe detto, «il signor Valentino è venuto da solo quindi la signora Talotta sarà da sola».
A questo punto il dirigente comunale, secondo l’accusa avrebbe intavolato una «anomala trattativa tutta pendente a favorire Valentino».
«Allora, l’interesse del Valentino e non soltanto farsi il lido nuovo, ma anche recuperarsi quello che è possibile dal vecchio.. ergo le due cose sono quasi inconciliabili, che difficoltà avete voi a dire non faccio la pulizia e a questa cosa qua ci metto un paravento, una cerata», avrebbe detto Ottaviano.
In parole povere Adelchi Ottaviano avrebbe chiesto a Talotta e al marito di non provvedere a eseguire i già autorizzati lavori di bonifica o di eseguirli a loro spese ma lasciando decidere a Valentino la ditta a cui rivolgersi e il modo in cui operare (ossia dare una mera copertura lasciando le cose come stavano). Così facendo il dirigente avrebbe procurato a Valentino un vantaggio patrimoniale.
Inoltre, secondo l’accusa, Ottaviano, facendo intendere ai gestori di poter incidere sulle vicende che riguardavano le loro istanze, ha contattato per telefono, davanti a Talotta e Grampone, il funzionario della Regione Alessandro Romeo: «Io vorrei se tu mi dai, mi dici di sì, farti parlare direttamente con il gestore, così ti spiega quali sono le problematiche del gestore e poi ci vediamo tu ed io vediamo da… come gestirla… martedì pomeriggio vengono loro e mercoledì vengo io».
Oggi Ottaviano, nel respingere le accuse ha affermato di avere agito per porre un’opera di mediazione, dicendo che lui agisce sempre così, nell’interesse del Comune, come un buon padre di famiglia.
Il gup Giuseppe De Salvatore ha ammesso la costituzione di parte civile del gestore del lido Matilde Talotta, difesa dall’avvocato Giuseppe Carvelli, mentre ha respinto quella del marito Aniello Grampone, rappresentato dal legale Michele Gigliotti.
I gestori Matilde Talotta e Aniello Grampone si sono sempre rifiutati di piegarsi alle pressioni e hanno strenuamente sporto querele.
Stando ai capi di imputazione, Ottaviano avrebbe inviato al Lido, a lavori avviati, i Vigili urbani di Catanzaro segnalando la presenza di lavori abusivi «pur consapevole che la Talotta era stata autorizzata all’esecuzione della bonifica dall’autorità giudiziaria».
Il prossimo 11 gennaio il gup deciderà sul rinvio a giudizio dei due imputati dopo avere ascoltato la discussione delle parti. Ottaviano è difeso dagli avvocati Francesco Iacopino e Valentino dall’avvocato Nunzio Raimondi. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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