CALABRIA È la Calabria la regione che detiene un non invidiabile primato in materia di rifiuti. Risulta il territorio dove i cittadini hanno visto crescere maggiormente il costo delle tasse per la gestione. E, nel contempo, è la regione al penultimo posto per raccolta differenziata. Il quadro che emerge dall’annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, descrive ancora una volta una regione in affanno nel sistema di gestione dell’immondizia che produce e che si traduce inoltre in un conto decisamente salato per le tasche dei suoi cittadini.
Scendendo nel dettaglio del report stilato dall’organizzazione, fondata nel 1978, che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezza, si denotano le debolezze della Calabria in questo settore.
A partire dall’incapacità di recuperare i rifiuti. Quasi la metà dell’immondizia prodotta, infatti, non entra nel circuito virtuoso voluto dall’Europa, dato che non viene differenziata: allo stato la raccolta differenziata nella regione è al 52,2%. Peggio della Calabria ha fatto solo la Sicilia che è ferma al 42,3%. Un dato che pone la Calabria al penultimo posto, dunque, distante dalla media nazionale del 63% e lontanissima da regioni virtuose come il Veneto (76,1%), la Sardegna (74,5%), la Lombardia (73,3%) ed il Trentino Alto Adige (73,1%).
Un limite decisamente alto per la regione che le impedisce di entrare a pieno titolo nel nuovo sistema immaginato dall’Europa che punta a favorire l’economia circolare.
Ma il peso della gestione dei rifiuti, secondo quanto è emerso dall’indagine, si abbatte sui cittadini che sono costretti a pagare tasse sempre più esose per il servizio. Stando ai calcoli dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che ha portato avanti l’indagine sui costi sostenuto dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, tra il 2021 e il 2022, la Tari è cresciuta di 7,4 punti percentuali nella regione. Oltre tre volte la media nazionale ferma al +2,3%.
Un’impennata che ha portato la Calabria in cima alla classifica italiana per variazione del tributo.
Ed il record nel record lo ha registrato Cosenza che, con un incremento pari al 40,9% della Tari in un anno, si è aggiudicato il podio tra i capoluoghi italiani in cui il tributo è maggiormente cresciuto.
E Reggio Calabria è tra i capoluoghi dove si paga il più alto balzello: 443 euro a famiglia. In media nella regione la tassa per i rifiuti pagata nel 2022 è stata pari a 348 euro per famiglia, più cara che nel resto del Paese. In Italia, secondo la rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, la Tari pagata è stata di 314 euro.
Numeri che suonano come una beffa per i calabresi che si vedono costretti a pagare il costo maggiore per un servizio che non garantisce neppure una corretta raccolta dei rifiuti urbani. (rds)
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