Più puntuale della caduta delle foglie in autunno è uscito l’ultimo libro della coppia Nicola Gratteri e Antonio Nicaso: “Fuori dai confini” e parte il dovuto battage mediatico.
Con imprevisto dibattito sulle modalità di promozione.
“Affari italiani” a pochi giorni dall’uscita chiede all’autore più celebre se andrà a “Che tempo che fa” da Fazio. Risponde Gratteri: «Non vengo invitato da tempo, ma non mi interessa. Preferisco andare nelle trasmissioni dove ho maggiore stima per i conduttori. Certamente andrò dalla Gruber. Ci vado con piacere, perché mi dà la possibilità di rispondere e non c’è confusione, né caos». Ci resta il dubbio se il buonista Fazio non gradisca Gratteri. Eppure un tempo non mancava l’ospitata. Da indagare.
Gratteri invece mattatore ad “Otto e mezzo”.
Bastonate alla Francia sulla questione migranti, apertura di fiducia a Meloni, legge e ordine sui rave, bocciatura completa della riforma Cartabia, fa anche muro sull’annunciata abrogazione del reato dell’abuso d’ufficio e pollice verso contro i contanti al dettaglio perché favoriscono il riciclaggio, rivendicazione di garantismo uguale – dice – a quello del ministro Nordio.
Tema scomodo i risarcimenti per ingiusta detenzione della Procura di Catanzaro. Gratteri ha detto che le alte cifre non riguardano la sua gestione. Nessuno in studio ha replicato. Secondo il Riformista si tratterebbe per 2018 e 2019 di 265 provvedimenti per un ammontare di 17.836.865 euro. Ma va spiegato (non lo fa il giornale di Sansonetti) che per ottenere un risarcimento s’impiegano molti anni e questi dati quindi non sono ascrivibili a Gratteri che comunque nel 2021 a un’inchiesta del Domani aveva associato il problema «alla vastità del territorio calabrese, il numero dei procedimenti aperti, degli arrestati e dei processi. In Calabria lavoriamo su 7 tribunali che hanno almeno un processo antimafia al giorno».
Voto 9 per strategia comunicativa e marketing librario a Gratteri che ha il merito di tenere la ‘ndrangheta come tema caldo, 2 invece a chi spinge sul pedale della detenzione che poi risulta ingiusta con sentenza. Per me resta valido l’adagio “meglio un colpevole fuori che un innocente in carcere”.
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Manifestazione antimafia a Rende “Insieme contro tutte le mafie”. Da 300 a 400 persone con adesione di 25 sigle. Non si manifestava da tempo a Rende che ha da interrogarsi su una presenza costante attorno al municipio da parte di uomini dei clan, da persone che hanno ricchezze sospette e da conflitti d’interesse che se non hanno a che fare con il penale cozzano molto con questioni di opportunità. Toni garantisti tra i manifestanti ma molta preoccupazione per le sorti del Comune ai tempi del Pnrr con possibilità di scioglimento come accaduto a Nettuno e Anzio dove omologhe manifestazione registrano partecipazione uguali.
8 a chi ci ha messo la faccia a Rende, senza voto a chi era presente per opportunismo politico senza troppo sporcarsi le mani con la complessa vicenda.
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Mercoledì notte a Reggio Calabria i soliti idioti hanno scassinato sei negozi tra via Ashanez e via Filippini in pieno centro. Sfondata e distrutta anche la porta dello Spazio Open di Antonella Cuzzocrea, nessun libro è stato portato via perché certi topi di negozio non saprebbero che farsene e certe persone non meritano voti ma solo disprezzo. Un 4 ai tutori dell’ordine pubblico che invece trascurano scippi, rapine, furti forse perché impegnati solo nella repressione del grande crimine.
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Sale per poche ore agli altari della cronaca il deputato calabrese della Lega, Domenico Furgiuele, primo firmatario di una proposta di legge per un bonus di ventimila euro a favore di chi si sposa in Chiesa con rito cattolico per dare sollievo a spese di carrozza e di banchetti.
Social indignati per una giornata, fuoco di distinguo da parte di esponenti di maggioranza e Sallusti che sbeffeggia l’iniziativa da Massimo Giletti. Palazzo Chigi si dissocia. Furgiuele si ritira e si prende un rotondo 3 per la sua avanzata sanfedista e la conseguente ritirata laica sulla via di Twitter.
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La Lega organizza un dibattito pubblico sulla città unica tra Cosenza, Rende e Castrolibero e tira per la giacca mettendo in locandina il nome di Carlo Guccione del Pd. Forse con qualche retropensiero il Pd locale con un comunicato ufficiale strattona uno dei suoi più autorevoli dirigenti scrivendo di «atti trasversali di cui abbiamo, francamente, piene le tasche». Immediata la reazione del diretto interessato: «Da tempo avevo evidenziato agli organizzatori dell’incontro che non avrei preso parte al dibattito. Adesso però farò di tutto per essere presente, perché ritengo che la mia libertà di partecipazione non possa essere dettata da atti che ricordano dittature del passato».
A Guccione 8 per schiena dritta, 3 al Pd che si dice favorevole alla proposta ma non affronta la discussione pubblica buttando tutto in caciara.
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Nella trasmissione “Le parole” di Massimo Gramellini su Raitre sabato scorso la bella storia di Antonio Marchione di Gioiosa Ionica, percettore di Reddito di cittadinanza che autonomamente s’impegna con servizi alla comunità a restituire il prezzo del suo salario sociale come fosse un baratto. In Calabria sono 78mila le famiglie che hanno percepito il reddito di cittadinanza nel 2022. Immaginate se ogni capofamiglia seguisse l’esempio di Antonio Marchione che rivoluzione sarebbe. E a chi indica il buon esempio non si può che dare 10.
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