COSENZA Boom di richieste per ottenere l’agevolazione al bonus 110%. Ieri, l’ultimo giorno utile per presentazione della Cila, la comunicazione di inizio lavori che consente l’accesso della detrazione. I siti internet dei Comuni sono stati letteralmente inondati di richieste e pec, molti portali sono ancora in tilt. Alla faccia della digitalizzazione. Altro che web 2.0, le piattaforme online di alcune amministrazioni girano ancora in 56k e non reggono l’urto in eventi eccezionali. Al netto delle toppe informatiche, ad oggi, sono 11.602 i cantieri avviati in Calabria. La maggior parte degli interventi riguarda edifici unifamiliari, seguiti dalle unità immobiliari indipendenti e dai condomini (vera spina nel fianco per chi si accolla l’onere e l’onore di eseguire i lavori). Le detrazioni previste, quando saranno completati tutti i cantieri avviati, costeranno allo Stato oltre 60 miliardi di euro. Una cifra monstre per un bonus destinato a garantire, in futuro, una percentuale di agevolazione assai più bassa, come conferma al Corriere della Calabria Giovan Battista Perciaccante, presidente di Ance Calabria.
«Si passerà dal bonus 110% al 90% – suggerisce Perciaccante – ma il problema più grosso per le aziende è di avere un cassetto fiscale pieno di quattrini che non è possibile scontare, quindi manca la liquidità». Per il numero uno di Ance Calabria «il primo passo da fare per il Governo è di mettere in condizione le aziende di svuotare il cassetto fiscale e dare liquidità». Sul futuro delle agevolazioni, Perciaccante precisa: «Diventerà strutturale questa misura del 90%, che passerà al 70%. Vivremo un anno di grosse difficoltà». I numeri certificano lo sforzo di è impegnato nei lavori di ristrutturazione. «Dal 2021 al 2022 – chiosa – abbiamo messo a terra interventi per un miliardo e 300 milioni di euro per il Superbonus e sicuramente non saremo in grado di ripetere quanto fatto fino ad oggi, è una misura che incontrerà grosse difficoltà». (f.b.)
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