LAMEZIA TERME «Nell’allergia è fondamentale il pronto intervento: prima si interviene è meglio è». Che cos’è l’allergia, come si manifestano le allergie e come intervenire nel miglior modo possibile. Sono tanti gli argomenti affrontati nel corso dell’ultima puntata di “Salute e Sanità”, il format de L’altro Corriere Tv, andato in onda ieri sera. Ospite di Soave Pansa il dottore Saverio Daniele, medico allergologo dell’Asp di Cosenza, spiega: «L’allergia è una reazione esagerata del nostro sistema immunitario verso alcune sostanze, gli allergeni, che possono essere di diversa origine, ma che in realtà non sono nocive per l’organismo stesso. È un eccesso di difesa che diventa alla fine controproducente».
Diversi i tipi di allergie e gli organi che possono essere colpiti. «Ogni organo o apparato – afferma il dottor Daniele – può essere interessato da una reazione allergica. Le cose che noi inaliamo producono una reazione allergica clinicamente manifesta verso naso, occhi, bronchi. Dal punto di vista delle allergie alimentari può essere interessata la cute, l’apparato gastrointestinale, ma in alcuni soggetti può essere interessata la via respiratoria. Una allergia alimentare può manifestarsi, ad esempio, con sintomi di raffreddore o di asma bronchiale. La cute è uno degli organi bersaglio delle manifestazioni allergiche, ma anche l’apparato cardio-circolatorio e gastrointestinale».
Alla base di un aumento dei casi, circa il 30% della popolazione ormai è affetto da allergia, c’è «il distacco dall’ambiente reale»: uno stile di vita lontano dall’ambiente naturale – che secondo le ipotesi più accreditate – «ha creato degli individui fragili». «Da un lato – spiega l’allergologo – c’è da dire che sono migliorati i mezzi diagnostici, adesso c’è molta più sensibilizzazione verso le patologie di tipo allergico, in alcuni casi è addirittura sovrastimata. Mi riferisco al campo delle allergie alimentari e delle allergie verso farmaci. Ma senz’altro c’è un aumento delle allergie nella popolazione in generale e questo accade per diversi motivi. Attualmente la spiegazione più accreditata è la cosiddetta ipotesi genica, dovuta cioè ai nostri sistemi di vita. Il distacco dall’ambiente naturale, dagli ambienti da cui vivono batteri e parassiti, hanno fatto sì che un certo numero di anticorpi si siano rivolti poi verso questi amici-non nemici che sono gli allergeni e ha creato degli individui fragili. Se noi stessimo una settimana senza lavarci, assolutamente nella norma 50-60 fa, avremmo sicuramente delle manifestazioni cutanee da infezioni di tipo cutaneo. Tornare indietro non è possibile», sostiene il dottor Daniele.
«Diagnosticare una allergia è una cosa complessa», ha detto inoltre Daniele che ha sottolineato come «alla base della confusione tra intolleranze e allergie ci sono spesso le autodiagnosi» e che «i test allergometrici possono essere effettuati sempre, in qualsiasi periodo dell’anno. Per i test cutanei, quelli di primo livello e che sono estremamente attendibili e di basso costo, è necessario che il paziente non stia assumendo dei farmaci che possono interferire sulla risposta». Solo grazie agli strumenti giusti si possono migliorare le condizioni di vita di un soggetto che soffre di allergia: «È fondamentale affidarsi a uno specialista per avere una corretta diagnosi. Per una corretta diagnosi bisogna ascoltare come un abile investigatore la storia del paziente. Tutto parte da una attenta valutazione della storia clinica del paziente. Bisogna visitare il paziente e poi si effettua il classico prick test che ha una certa attendibilità, già ci dà un indice sulla possibilità di allergia di un soggetto. Il primo test è quello cutaneo, se da questo viene fuori una forte possibilità di una reazione allergica verso quel determinato alimento, si porrà il paziente in dieta di esclusione: bisogna eliminare l’alimento che si è individuato come responsabile dell’allergia. Dopo un certo periodo di tempo si può considerare la possibilità di fare un cosiddetto “test di scatenamento”, ossia si reintroduce l’alimento in quel soggetto. Intanto ovviamente ci deve essere la scomparsa del sintomo».
Sono diversi i campanelli di allarme che possono aiutarci a capire che si deve chiedere l’aiuto di uno specialista. «Quelli facilmente riscontrabili sono quelli che riguardano le allergie di tipo inalatorio. Quando iniziamo ad avere una serie di starnuti a raffica senza nemmeno la capacità di prendere aria, quando dal naso fuoriesce una secrezione acquosa che spesso non riusciamo nemmeno prontamente a tamponare, quando avvertiamo un forte prurito nella parte posteriore del naso, faringe e quando gli occhi lacrimano e abbiamo una forte sensazione di prurito, possiamo pensare a un’allergia. Anche il raffreddore comune – spiega il dottor Daniele – si manifesta a volte con i sintomi sovrapponibili con quelli dell’allergia, ma la differenza la fa la durata: se noi abbiamo questi sintomi per un periodo di 10-12 giorni penseremo a una forma di raffreddamento virale. Nell’allergia è prolungata la sintomatologia. Ciò che guida nella scelta diagnostica è senza dubbio la sintomatologia. Quando noi ci troviamo di fronte a un soggetto, sia nella fascia pediatrica, sia in quella adulta, che dal punto di vista clinico ha sintomi sospetti per allergia, dobbiamo intervenire il più precocemente possibile. Nella fascia pediatrica, prima dell’anno di vita, è possibile effettuare dei test allergometrici. Nell’allergia è fondamentale il pronto intervento: prima si interviene è meglio è», rimarca lo specialista.
«Ci si abitua alla malattia allergica, spesso i pazienti si rassegnano», afferma il dottor Daniele rispondendo alle domande di Soave Pansa. «Alcuni si trascinano per anni la loro allergia», spiega l’allergologo che introduce poi l’argomento connesso alle allergie a cani e gatti: «Avere un animale in casa, per esempio, può determinare il fatto che il soggetto si sensibilizzi all’animale. Fino a 20 anni fa si raccomandava l’allontanamento dell’animale dall’abitazione, adesso invece si raccomanda la vicinanza dei bambini con gli animali: porta allo sviluppo di anticorpi verso cane e gatto, ma contemporaneamente a una sorta di “vaccinazione naturale”, per cui il soggetto mantenendo costante il contatto con l’animale domestico alla fine si desensibilizza, non ha più i sintomi. Avere l’allergene in casa, specialmente per quanto riguarda l’animale domestico, in qualche modo produce un beneficio per il soggetto allergico».
Focus poi su rimedi, terapie e vaccini che oggi è possibile effettuare. «Gli antistaminici sono una parte dello strumentario terapeutico dell’allergologo», ha detto Daniele, che ha aggiunto: «Gli antistaminici di nuova generazione non danno più gli effetti di quelli di un tempo: come sonnolenza e aumento dell’appetito, ma sono molto ben tollerati e molto efficaci. Ma l’antistaminico da solo non è sufficiente. Efficaci sono, ad esempio, gli steroidi locali. Ci sono i vaccini per l’allergia che in alcuni casi rappresentano la soluzione pressoché totale dell’allergia respiratoria. Ci sono poi i cosiddetti farmaci biologici». «È possibile effettuare il vaccino – ha spiegato lo specialista – solo in ambito ospedaliero, in un ambiente protetto. Non esistono in Calabria, lo sanno bene i soggetti allergici che sono costretti ad andare fuori regione per la terapia desensibilizzante. I vaccini per le allergie funzionano benissimo, ma hanno un loro costo che è a totale carico del paziente, tranne un vaccino per le graminacee». «La nuova frontiera dell’allergologia – ha spiegato infine lo specialista – è affidata senz’altro alla terapia biologica che è in grado dare delle risposte quasi miracolose».
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