CATANZARO Hanno il sorriso e la dolcezza delle madri coraggiose, quelle che sanno nascondere il dolore e le ferite più profonde, nel nome dell’amore infinito che nutrono per le figlie e i figli, e del futuro che vogliono costruire per loro. La strada non è facile da percorrere ma l’approdo sicuro si chiama “Mondo Rosa”, Centro antiviolenza e Casa Rifugio, strutture attive all’interno del Centro calabrese di solidarietà per offrire alle donne un percorso di sostegno e ricostruzione di sé verso l’autonomia. Da qualche giorno, “Mondo Rosa” – che proprio quest’anno compie dieci anni di attività e il Centro Calabrese si prepara a festeggiare l’evento con uno spettacolo di beneficenza che si terrà domenica 4 dicembre al Teatro Comunale di Catanzaro – ha l’opportunità di offrire momenti di gioia in più alle bambine e ai bambini che vivono questa esperienza al fianco delle proprie mamme: tanti nuovi giochi dove trascorrere momenti di serenità e divertimento. Nello spazio che è stato ribattezzato “Il Giardino di Ines”, i giochi che sono stati donati a “Mondo Rosa” nel ricordo di una donna straordinaria che ha dedicato la propria esistenza alla cura del prossimo, prima di tutto dei più piccoli:Ines Pelaggi, amatissima ginecologa catanzarese scomparsa nei mesi scorsi. Le amiche e gli amici di Ines hanno acquistato tanti giochi da donare alla Casa Rifugio/Centro Antiviolenza che hanno ricevuto anche la benedizione speciale dell’arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, per la prima volta in visita a “Mondo Rosa”, accompagnato dalla presidente del Centro Calabrese di solidarietà, Isolina Mantelli, da componenti del direttivo e dalle operatrici che si prendono cura delle mamme e delle bambine e dei bambini ospiti della struttura. “Entrando tra queste mura ho avuto subito l’impressione di accedere in una casa. Si chiama “Mondo Rosa” ma il clima è proprio quello che respiriamo entrando in famiglia – ha detto monsignor Maniago -. E che sia un ‘rifugio’ non stona perché la nostra casa è sempre un rifugio: è il posto in cui sappiamo trovare il calore degli affetti più cari. E che questa sia una casa è anche dimostrato dal bene che c’è, il bene delle persone che qui vivono e che sanno comunicare agli altri. Del resto tutti, anche chi è ferito, ha una grande capacità di dono d’amore”. Ed è così che nelle parole di Maniago emerge l’essenza di questo luogo di accoglienza: una casa rifugio che è tale “anche per chi viene a visitarla, perché si sente un clima che può guarire tensioni e ferite”. L’arcivescovo di Catanzaro-Squillace parla anche del “dono della memoria e del ricordo”, benedicendo i giochi, le mamme e i bambini e la memoria dell’amica speciale che di fatto li ha portati in questa casa. “Speriamo davvero che il Signore dia un’occhiata particolare a questa casa e ci aiuti anche benedicendo questi giochi – ha detto monsignor Maniago -. Attraverso questa benedizione vogliamo invocare la presenza del Signore su questi bambini, ma anche chi li ha voluti, e su tutte le persone che come Ines hanno vissuto la propria vita con un’attenzione particolare verso gli altri, con una dedizione e una generosità che avrà la sua ricompensa” Dopo la benedizione, monsignor Maniago si è intrattenuto con le ospiti della casa rifugio, con gli amici e le amiche di Ines Pelaggipresenti, in un momento conviviale addolcito dalla torta e dai pasticcini prodotti dal Laboratorio di pasticceria animato dai ragazzi e dalle ragazzi che seguono il percorso nella struttura di Villa Emilia.
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