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“Ritorno alle origini di Temesa”: fa trasecolare l’appello a bloccare il referendum sul “divorzio” di Campora

Nota del Comitato dopo l’intervento di “Amantea Unita”: si ignora la grammatica democratica

Pubblicato il: 27/11/2022 – 15:28
“Ritorno alle origini di Temesa”: fa trasecolare l’appello a bloccare il referendum sul “divorzio” di Campora

AMANTEA “Quando si ignora la grammatica democratica (l’ABC) può succedere che un Comitato civico a denominazione ‘Amantea unita’, pretenzioso oltre ogni merito e sconosciuto ai più, verosimilmente in uno dei suoi veloci conciliaboli, tenutosi in uno oscuro vicolo (vox populi), ha con inconsapevole irresponsabilità abborracciato un appello al presidente Mattarella affinché impedisca l’indizione del referendum circa l’aggregazione della frazione di Campora San Giovanni al Comune di Serra d’Aiello. C’è da trasecolare!”. Lo afferma il Comitato “Ritorno alle origini di Temesa”- “Lorsignori, evidentemente, spendono il proprio miglior tempo sul pianeta Papalla altrimenti – prosegue ‘Ritorno alle origini di Temesa’  – saprebbero che in Italia dal 27 dicembre del 1947 vige una Repubblica democratica che fonda la propria essenza su un ordinamento a base democratica che si regge su tre poteri separati tra di loro, quello legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario. Al dunque, ma i fatti sono noti, i Camporesi, attraverso un proprio Comitato, ‘Ritorno alla origini di Temesa’, hanno avviato un iter giuridico-amministrativo davanti alla regione Calabria perché fosse riconosciuta questa storica e corale aspirazione, quella di separarsi dal Comune di Amantea in quanto – ormai è verità storica –  lo stesso Comune , con colpevole, inadeguata, negligente e assente azione amministrativa ha da oltre quaranta anni ignorato le più elementari esigenze di una grossa comunità a dispetto di un dinamismo economico che avrebbe imposto le migliori attenzioni e il miglior impegno. Così non è stato. La vicenda negli ultimi mesi ha visto il disperato ed ostinato tentativo giudiziario dell’attuale amministrazione di scongiurare il distacco di Campora. Le iniziative sono state puntualmente respinte. Addirittura alla vigilia di una sentenza Consiglio di Stato attivato dallo stesso sindaco di Amantea, l’amministrazione ha rinunciato alla sentenza percependo essi stessi la vacuità delle pretese sostenute. Ma con somma incoerenza, immediatamente Amantea ha fatto ancora ricorso al Tar, sempre con i soldi della comunità, per impedire la consultazione referendaria… In tutta questa vicenda colpisce l’assenza rumorosa e macroscopica di tutta la comunità amanteana che in tutte le sue articolazioni sociali, culturali, economiche e istituzionali, fino adesso non ha voluto né vagliare né tenere minimamente in considerazione le istanze dei camporesi. Evidenziando, nei fatti un atteggiamento sprezzante, arrogante quanto egoistico che dà ragione, in qualche misura, all’eterno pregiudizio di parte di molti amanteani nei confronti dei camporesi. Loro ‘nobile’ borghesia e i camporesi ‘campagnoli’. Infatti, si appalesano da tanti amanteani, anche da chi meno te l’ho spetti, reazioni rabbiose, aggressive quanto egoistiche. Solo adesso stanno volgendo lo sguardo verso Campora e cominciano a capire quanto Campora sia per loro vitale. Ma l’atteggiamento non è per nulla costruttivo o volto quantomeno a ragionare sui legittimi diritti di Campora. Ci sovviene ‘l’ira funesta delle cagnette a cui avevano sottratto l’osso’. Di converso, l’appello al Presidente Mattarella è surreale. Vuole essere confusamente intimidatorio, un fastidioso tintinnio di coperchi e di voci stonate quanto irrispettosi nella sostanza. Si chiede al Presidente, supremo organo garante delle istituzioni e delle sue leggi, di impedire il libero esercizio democratico di autodeterminazione. Si richiede, appunto, al Presidente di ignorare di disapplicare l’articolo 133 della Costituzione e delle relative leggi regionali con un atto di arbitrio da monarchia totalitaria. Insomma un piccolo ‘colpo di Stato’ per i borghesi decaduti di Amantea! Del resto, i contenuti dell’appello sono una sintesi falsa di una rappresentazione invereconda della realtà della vicenda. Con improvvida sfrontatezza hanno alterato dati ufficiali per piegarli a desideri egoistici, non democratici e contrari ai diritti costituzionali dei camporesi. Senza il senso del ridicolo hanno copiato tesi ardite dei propri legali e le hanno integralmente riversate nella buca delle lettere del Presidente non capendo, o non tenendo in alcun conto, il fatto che il Presidente nella circostanza non può svolgere nessun ruolo. È la Magistratura che dovrà fare il proprio corso alle cui decisioni, volenti o nolenti, dobbiamo sottostare. Lo impongono la dialettica e le nostre istituzioni democratiche! Non sappiamo  – conclude prosegue ‘Ritorno alle origini di Temesa’ – se ci sia da ridere o da piangere, ma riteniamo che le iniziative di questo sedicente comitato coadiuvate dal supporto sciagurato di alcune forze politiche amanteane siano pericolose. Rischiano di innescare reazioni suscettibili di determinare un clima avvelenato e intollerante alle viste della prossima consultazione referendaria.  Deve prevalere il senso di responsabilità, non si debbono creare fratture insanabili tra le due comunità, quella amanteana e quella camporese. Indipendentemente dagli esiti referendari… Mediamente gli incendiari finiscono avviluppati dalle fiamme dell’inferno!”.

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