COSENZA C’è un nuovo pentito a Cosenza. Danilo Turboli ha deciso di saltare il fosso e collaborare con la giustizia. Coinvolto nei procedimenti “Testa del serpente” e “Reset“, il 27enne cosentino è considerato partecipe al gruppo Lanzino-Ruà e vicino ad uno dei maggiori esponenti, Roberto Porcaro.
Danilo Turboli è stato accusato di diversi reati, dalla sistematica gestione delle estorsioni alla riscossione dei debiti usurari condotta insieme ad altri esponenti del gruppo facente capo a Porcaro. Inoltre, il neo collaboratore di giustizia è finito nell’inchiesta della Dda di Catanzaro, denominata “Reset” per alcune questioni riguardanti lo spaccio.
I suoi colloqui in carcere con alcuni familiari, la fidanzata e la madre, sono stati captati da chi ha svolto le indagini. Da quanto è emerso, Danilo Turboli sebbene fosse detenuto avrebbe comunque continuato a fornire indicazioni utili all’utilizzo dei danari proventi dell’attività di spaccio. Del ruolo di Danilo Turboli all’interno del clan ha avuto modo di parlare il pentito Francesco Noblea. Nel 2018, quando gli venne richiesto di indicare i vertici della compagine mafiosa cosentina, il collaboratore di giustizia sostiene di aver ricevuto una confessione in merito proprio da Danilo Turboli, secondo il quale vi era la presenza di una organizzazione piramidale. «Francesco Patitucci è al primo posto, poi c’è “Renato” Piromallo. Sotto Renato c’era Gianluca Marsico, ora c’è Salvatore Ariello, sotto Roberto Porcaro. Sotto Porcaro, dopo uscito dal carcere c’è Antonio Illuminato. Sotto i fratelli Turboli…». Le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia, potrebbero fornire ulteriori elementi utili alle indagini sulla confederazione che lega sette gruppi criminali cosentini, come emerso nell’inchiesta “Reset”.
x
x