CATANIA Un’operazione antimafia – denominata “Zeus” – contro 24 presunti appartenenti al clan dei Cursoti milanesi è stata eseguita la notte scorsa dalla polizia di Catania. L’inchiesta, coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia, ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di cocaina e marijuana, porto e detenzione di armi da fuoco, spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamento commesso con l’uso di armi da fuoco e ricettazione.
Il clan dei Cursoti milanesi avrebbe esercitato il pieno controllo criminale sull’intero rione San Berillo Nuovo di Catania, comprese quelle parti del quartiere che, nel recente passato, erano passate sotto il controllo del clan Cappello-Bonaccorsi, come la zona di corso Indipendenza. È quanto emerge dall’operazione Zeus della polizia coordinata dalla Dda. In particolare, l’indagine ha cristallizzato diversi momenti di fibrillazione interna al clan per la presunta ascesa criminale di Carmelo Distefano ai danni del gruppo storico facente capo a Rosario Pitarà, sfociati in una serie di episodi di violenza con l’utilizzo di armi da sparo.
Nell’ambito della situazione di elevata fibrillazione creatasi, un componente del clan, Nicola Christian Parisi, agendo sotto l’egida di Pitarà, contesta la Procura, si sarebbe opposto all’organizzazione e delle “piazze di spaccio”. E in questo contesto di violenza, ricostruisce la Dda, è da inquadrare il tentato omicidio di un cognato di Parisi, Giuseppe La Placa che era rientrato nel clan Cursoti Milanesi, dopo essere transitato nella cosca Cappello-Bonaccorsi.
Scarcerato il 24 agosto del 2018 dalla casa di reclusione di Rossano, dopo aver scontato una lunga pena detentiva, Carmelo Distefano, grazie al proprio carisma criminale sarebbe riuscito a compattare sotto la propria leadership le due fazioni familiari che costituiscono l’ossatura del clan, sedandone le tensioni interne e ridimensionando le presunte aspirazioni di vertice del Parisi, che si sarebbe poi allineato ai voleri del capocosca tornato in libertà. Le indagini, osserva la Procura, permetteranno di ricostruire l’organigramma della consorteria mafiosa, il cui vertice sarebbe stato individuato in Carmelo Distefano, che sarebbe coadiuvato dai luogotenenti Natale Gurreri e Giuseppe Piterà.
Sono 24, tra cui una donna, gli indagati dell’operazione antimafia eseguita stamane dalla Polizia di Stato di Catania nei confronti di altrettanti presunti appartenenti al clan dei Cursoti. Venti sono stati rinchiusi in carcere; tre sono stati posti agli arresti domiciliari; uno è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
In carcere sono finiti Lorenzo Arcidiacono, di 36 anni; Giuseppe Agatino Ardizzone, di 29; Andrea D’Ambra, di 26 anni; Massimiliano D’Ambra, di 37; Carmelo Distefano, di 52; Carmelo Fazio, di 62 anni; Antonino Garozzo, di 3; Orazio Garufo, di 50;Natale Gurreri, di 47; Giuseppe Licciardello, di 24 anni; Pietro Licciardello, di 53; Salvatore Manuel Monaco, di 26 anni; Nicola Christian Parisi, di 44; Gabriele Giuseppe Piterà, di 40 anni; Giuseppe Piterà, di 22; Gennaro Sautto, di 42; Filippo Scaglione, di 48; Luigi Scuderi, di 34; Fabio Setteducati, di 28 anni; Carmelo Zappalà, di 56. Agli arresti domiciliari sono stati posti Pasquale Pignataro, di 45 anni; Angelo Ragusa, di 40 anni; Giuseppe Platania, di 37. Destinataria dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria è stata Santa Pitarà, di 50 anni.
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