RENDE «Con riferimento alla odierna decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro, che nel confermare la misura cautelare del divieto di dimora in Rende ha comunque annullato l’ordinanza del gip con riferimento all’ipotesi di corruzione, per insussistenza di gravità indiziaria, va evidenziato come la radicale esclusione del più grave delitto corruttivo, per il quale il pubblico ministero, nella sua richiesta, e il gip, nella sua ordinanza, avevano speso lunghe e corpose argomentazioni, riduca in maniera notevolissima la ragione per la quale il sindaco di Rende democraticamente eletto non possa momentaneamente svolgere il suo mandato, ravvisabile soltanto nell’essersi egli interessato, quale amministratore attento e sensibile ad ogni problematica sociale, affinché la gara d’appalto per la gestione del centro diurno per minori disagiati venisse utilmente svolta, onde garantire la prosecuzione di quel delicato ed importante servizio, senza alcun vantaggio, senza alcun interesse, tantomeno di tipo elettorale, e, soprattutto, nella piena consapevolezza di aver comunque agito in termini di assoluta legalità». Così, in una nota, Nicola Carratelli, legale del sindaco (sospeso) di Rende Marcello Manna dopo la decisione del Tribunale del riesame.
«La ferma negazione – continua la nota –, da parte del Tribunale della Libertà, della gravissima ipotesi corruttiva, per la quale i magistrati inquirenti ieri intervenuti all’udienza camerale avevano particolarmente insistito, rappresenta, nel contesto di un’indagine capillarmente estesa all’integrale azione amministrativa di Marcello Manna (gli hanno “fatto le pulci”!), la più evidente e netta riprova della complessiva legittimità e liceità della sua attività, nonché un risultato pienamente positivo per le tesi difensive, che saranno prossimamente definitivamente accolte anche quanto alla residua contestazione di turbativa d’asta».
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