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Irto: «Vogliamo capire in che modo e in che tempi la Calabria uscirà dal commissariamento»

Il senatore del Pd, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama sul Dl Calabria: «Per il governo la sanità non è una priorità del Paese»

Pubblicato il: 30/11/2022 – 15:49
Irto: «Vogliamo capire in che modo e in che tempi la Calabria uscirà dal commissariamento»

ROMA «Accettiamo di prorogare per altri sei mesi questo provvedimento per non privare il comparto sanità del contributo di solidarietà di 60 milioni per ciascuno degli anni 2021, 2022, 2023, e per un Piano straordinario di assunzioni». Lo afferma il senatore del Pd Nicola Irto dell’Ufficio di Presidenza del Gruppo Pd, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama sul Dl Calabria. «Non ci è chiaro – ha sottolineato il parlamentare democratico – perché la proroga di sei mesi si accompagni a un inquietante silenzio sul Commissariamento della sanità calabrese che, dunque, sembrerebbe destinato a proseguire. Su questo punto serve chiarezza. Vogliamo capire in che modo e in che tempi la Calabria uscirà dal commissariamento per tornare nel regime ordinario. Ed è altrettanto fondamentale uscire dal piano di rientro, Anche su questo serve chiarezza e precisione. Chi ha prodotto il debito lo paghi».

«Insufficiente lo stanziamento di risorse previsto»

Irto fa presente che «il problema non è solo della Calabria ma è una questione nazionale. Per questo reputiamo assolutamente insufficiente lo stanziamento di risorse previsto per il finanziamento sanitario nazionale standard all’interno della legge di Bilancio. Di fatto si tratta di un taglio delle risorse destinate alla sanità. Il pilastro fondamentale dello Stato sociale e dell’uguaglianza tra i cittadini, nessuno escluso, non è più una priorità del Paese e si indebolisce per scelta del Governo, nonostante le enormi criticità di questa fase storica aggravate drammaticamente dalla pandemia». «Le criticità non affrontate compromettono il diritto costituzionale alla tutela della salute, creano rinunce alle cure, tra gli strati più deboli del Paese, provocano rinunce alle cure e inaccettabili diseguaglianze», conclude Irto.

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