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Locri, chiusa la fase dibattimentale del processo sull’omicidio di Salvatore Pangallo

A processo, per la morte del 25enne, lo zio e il cugino. La sentenza potrebbe arrivare entro fine dicembre

Pubblicato il: 30/11/2022 – 13:25
di Mariateresa Ripolo
Locri, chiusa la fase dibattimentale del processo sull’omicidio di Salvatore Pangallo

LOCRI Si è conclusa questa mattina al Tribunale di Locri l’attività dibattimentale nell’ambito del processo sull’omicidio di Salvatore Pangallo, il 25enne ucciso ad Africo dopo una feroce lite con lo zio e il cugino. A processo, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Locri presieduta da Amelia Monteleone (a latere Mariagrazia Galati) ci sono Santoro e Pietro Favasuli, padre e figlio, rinviati a giudizio per concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e futili motivi.

L’omicidio e il movente

Era lunedì 9 novembre 2020 quando nelle campagne di Africo, in provincia di Reggio Calabria, si consumava l’omicidio di Salvatore Pangallo e il ferimento del padre, Costantino Pangallo. Il ragazzo venne raggiunto da un colpo di pistola che gli fu fatale. A sparare il giovanissimo cugino, oggi 25enne, Pietro Favasuli, arrestato qualche giorno dopo insieme al padre, Santoro Favasuli. I due, si costituirono al termine di serrate ricerche condotte dai carabinieri sotto il coordinamento della Procura di Locri. Durante le indagini emersero subito i difficili rapporti che intercorrevano tra le due famiglie e che erano sfociati in una violentissima lite. Alla base di essa un macchinario per la pulitura delle olive.

Il processo

La fase dibattimentale si è conclusa questa mattina, la sentenza potrebbe arrivare entro fine dicembre. Nel corso delle prossime udienze interverranno il pubblico ministero, gli avvocati delle parti civili e infine la difesa. Il 9 dicembre è fissata la requisitoria del pubblico ministero Luisa D’Elia e l’intervento dei legali della famiglia rappresentata dagli avvocati Mari Vazzana, Marilena Barbera e Antonino Tuscano. Il 16 dicembre toccherà alla difesa degli imputati.

Gli avvocati Mari Vazzana e Marilena Barbera

«Abbiamo tutte le prove che cristallizzano quanto emerso nel capo di imputazione». È la posizione degli avvocati che compongono il collegio difensivo della famiglia. Si dicono «fiduciosi, con la famiglia della vittima, nella giustizia. Il valore di una vita – rimarcano – è inestimabile, una giovane vita non si può spezzare in questo modo». (redazione@corrierecal.it)

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