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Criticità nella gestione, scarsa vigilanza e rischi per il bilancio: le Partecipate restano un “vulnus” per la Regione

La Corte dei Conti indica limiti e lacune nei rapporti con le società: tra questi, l’impossibilità per l’ente di «avere contezza di fatti ed elementi»

Pubblicato il: 01/12/2022 – 20:18
Criticità nella gestione, scarsa vigilanza e rischi per il bilancio: le Partecipate restano un “vulnus” per la Regione

CATANZARO «Criticità si rilevano sia in ordine alle modalità di gestione e all’utilizzo di schemi di funzionamento non in linea con le previsioni di legge, sia in ordine alla sola partecipazione alla gestione». Anche nel giudizio di parifica del Rendiconto 2021 la Corte dei Conti indica, nero su bianco, i limiti e le lacune della Regione nella gestione delle società partecipate. «Permane l’alto rischio che il bilancio regionale subisca gli effetti di gestioni adottate dal management della società che si rivelino in concreta distonia con gli obiettivi pubblici sottesi alla scelta di operare attraverso soggetti di diritto privato», scrive il procuratore della Corte dei Conti Romeo Ermenegildo Palma in una requisitoria che, con riferimento al Rendiconto 2021, evidenzia vari “vulnus”, tra cui «frequenti disallineamenti contabili anche per valori consistenti tra la Regione e organismi partecipati, l’impossibilità per la Regione di avere contezza di fatti ed elementi da cui acquisire conoscenza della gestione e violazione dell’obbligo di vigilanza diretta, continua e pervasiva».

«Consistente onere a carico del bilancio regionale»        

Il tema delle partecipazioni «è di particolare rilevanza», si legge nella requisitoria del Pm contabile. «L’esito dell’istruttoria – prosegue il procuratore della Corte dei Conti della Calabria nella requisitoria al Rendiconto 2021 – evidenzia che l’onere a carico del bilancio regionale è consistente ed in aumento rispetto all’esercizio finanziario 2020. Il complesso dei versamenti effettuati dalla Regione alle società partecipate nel 2021 (in conto competenza e in conto residui) è pari ad euro155.221.725,61 (euro 85.507.999,84 in conto competenza ed euro 69.713.725,77 in conto residui) e in tale cifra sono ricompresi contributi per euro 3.551.548,35 di cui euro 3.514.294,34 in conto competenza e euro 37.254,01 in conto residui a favore di società in liquidazione o fallimento». Il perimetro delle società a partecipazione pubblica vede per l’anno 2021 il portafoglio azionario della Regione Calabria composto da 14 partecipazioni dirette in società, una in meno rispetto all’anno 2020. Il documento quindi specifica: «Il piano di razionalizzazione delle partecipazioni possedute approvato con la deliberazione della Giunta regionale 594 2021, in coerenza con quanto stabilito in sede programmatica con il Defr 2022-2024, ha previsto di mantenere le partecipazioni nelle 6 società il cui oggetto sociale è stato ritenuto conforme alle finalità di interesse generale di cui all’articolo 4 Tusp (Banca Popolare Etica scpa; Ferrovie della Calabria srl; Fincalabra spa; Sacal spa; Sorical spa; Terme Sibarite S.p.A.). Le procedure di fallimento o di liquidazione che interessano le ulteriori 8 società direttamente partecipate dalla Regione Calabria – oggettiva espressione di gestioni non avvisate e nella logica del mercato – non segnalano variazioni ad eccezione della chiusura della procedura di liquidazione della Somesa S.r.l. L’istruttoria ha dato conferma della complessità delle fattispecie e delle procedure funzionali alla gestione delle partecipazioni societarie».

«Criticità nella gestione e rischi per il bilancio regionale»

Con riferimento alla analisi dettagliata sulle partecipate della Regione con riferimento al Rendiconto 2021, per la Corte dei Conti però «criticità si rilevano sia in ordine alle modalità di gestione e all’utilizzo di schemi di funzionamento non in linea con le previsioni di legge, sia in ordine alla sola partecipazione alla gestione». Il procuratore contabile rileva che «delle società di cui la Regione detiene la partecipazione, al di là dell’entità delle quote, gli esiti dell’istruttoria danno atto che solo una (Fincalabra spa) è in house providing – con ogni effetto sulla gestione e sul controllo diretto da parte della Regione conseguente alla attivazione del cosiddetto controllo analogo – mentre per la altre non risulta in atti sia stato dato corso all’obbligo che vige per tutte le società a partecipazione pubblica di attuare, e formalizzare, misure e strumenti coordinati di controllo, quali la stipula di apposti patti parasociali e/o la modifica delle clausole statutarie così come stigmatizzato da Corte dei conti».

Il procuratore contabile Romeo Ermenegildo Palma

Le conseguenze sono piuttosto preoccupanti: per la Procura della Corte dei Conti «permane quindi – laddove non sia stato adempiuto l’obbligo di formalizzare specifiche previsioni statutarie e prevedere misure operative di controllo – l’alto rischio che il bilancio regionale subisca gli effetti di gestioni adottate dal management della società che si rivelino in concreta distonia con gli obiettivi pubblici sottesi alla scelta di operare attraverso soggetti di diritto privato. Permane, altresì, l’elevato rischio che – fatto ancor più rilevante e di immediato effetto contabile – una gestione non all’altezza della mission aziendale determini esiti negativi sul bilancio regionale o attraverso la perdita di valore della quota di partecipazione o, come già verificatosi, con la perdita integrale del valore della quota correlata al verificarsi dello stato di insolvenza e, non ultimo, con la partecipazione agli oneri di ripiano o di ricapitalizzazione necessari a consentire l’erogazione di servizi spesso essenziali per il territorio. Di contro la Procura regionale deve ribadire la necessità che, nel rispetto dei principi di corretta gestione delle società controllate ed al fine di non incorrere in ipotesi di responsabilità amministrativa-contabile, la Regione eserciti con diligenza, costanza, immediatezza e fermezza i propri poteri di direzione e coordinamento ai sensi dell’articolo 2497  codice civile al fine di evitare l’irreversibile squilibrio economico-finanziario della società accollandosene effetti e costi».

«Poche informazioni dalle società ma la Regione non vigila»

Ma la Procura della Corte dei Conti – prosegue la requisitoria per il Rendiconto 2021 – «richiama all’attenzione del governo regionale il tema del ritardo nell’erogazione delle somme agli organismi partecipati da parte della Regione. Si tratta di un profilo critico rilevante per la gestione: il trasferimento dei fondi assicura infatti a tali soggetti le risorse per il corretto funzionamento e consente una gestione ordinaria della mission aziendale. Diversamente il ritardo interviene sulla normalità dei cicli aziendali e incide sui costi di gestione». Altre criticità: «Sotto il profilo strettamente contabile – specifica il procuratore della Corte dei Conti della Calabria – dall’istruttoria posta in essere dalla sezione di controllo emergono frequenti disallineamenti contabili anche per valori consistenti tra la Regione e organismi partecipati, la mancata asseverazione dei revisori contabili, l’impossibilità per la Regione di avere contezza di fatti ed elementi da cui acquisire conoscenza della gestione. Certamente da stigmatizzare è la circostanza che tali elementi di valutazione non sono stati trasmessi dagli enti a seguito della richiesta da parte degli uffici regionali, fatto già di per se stesso indicativo di comportamenti da censurare laddove tali soggetti operino impiegando risorse pubbliche». Per la Corte dei Conti «l’incompleta e lacunosa azione amministrativa di riscontro e certificazione degli esiti della gestione in capo ai soggetti societari, tuttavia, non esclude la violazione dell’obbligo di vigilanza diretta, continua e pervasiva che pertiene alla Regione ed ai propri Dipartimenti, che hanno l’onere istituzionale di porre in essere con continuità e pervasivamente iniziative in funzione dei necessari interventi sui processi gestionali delle società/enti. Fermo restando che permane la necessità di garantire l’erogazione delle prestazioni secondo standard di efficienza, efficacia, economicità e qualità come ribadito dalla Regione con Dgr 28 dicembre 2021, numero 615. Al fine la Procura regionale non può non esprimere preoccupazione per la mancata adozione ad oggi di misure organizzative e/o sistemi dedicati di trasferimento dati dagli organismi partecipati al sistema regionale, funzionali a consentire un costante e tempestivo flusso di informazioni tra la Regione ed i propri organismi partecipati. Va da se che il monitoraggio dei costi di gestione e la certezza delle posizioni di credito/debito darebbero un contributo indispensabile al mantenimento degli equilibri di bilancio. E ciò, peraltro, in un contesto caratterizzato dalla rilevanza strategica dell’utilizzo degli strumenti societari in settori di diffuso interesse e della circostanza che assicurano prestazioni la cui interruzione in ipotesi di disfunzioni e patologie nella gestione – conclude la requisitoria del Pm contabile sul Rendiconto 2021 della Regione – determinerebbe uno shock nel sistema ed evidenti riflessi diretti sulla finanza regionale e sul perseguimento degli obiettivi di governo».  (c. a.)

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