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l’inchiesta

Incendio alla Calabra Maceri, indagato l’amministratore – FOTO

Il rogo nella notte del 21 maggio 2021. Per la Procura e i Carabinieri forestale i rifiuti erano stoccati in misura superiore a quanto autorizzato

Pubblicato il: 01/12/2022 – 15:16
Incendio alla Calabra Maceri, indagato l’amministratore – FOTO

COSENZA Pericolo di inquinamento ambientale derivante dall’emissione in atmosfera di sostanze inquinanti e attività di gestione rifiuti in violazione alle prescrizioni imposte: sono i reati contestati all’amministratore unico di Calabra Maceri e Servizi Spa (si tratta, secondo quanto riferisce l’Ansa, di Attilio Pellegrini, 58 anni, difeso dall’avvocato Giuseppe De Marco) dalla Procura della Repubblica di Cosenza. All’amministratore dell’azienda – si legge in una nota firmata dal procuratore Mario Spagnuolo – è stato notificato nella giornata di ieri l’avviso di conclusione delle indagini effettuate dal Nipaaf, Nucleo Investigativo Ambientale del Gruppo Carabinieri Forestale e dai militari della Stazione Forestale di Cosenza in merito all’incendio divampato in alcuni capannoni nell’impianto di stoccaggio di contrada Lecco nel comune di Rende la notte del 21 maggio del 2021.

Il rogo divampato nel capannone per lo stoccaggio dei rifiuti

Il rogo di vaste dimensioni, lo ricordiamo, è divampato poco prima della mezzanotte in un capannone adibito allo stoccaggio e recupero rifiuti ingombranti e multimateriale e si è propagato poi ad un altro interessando una superficie complessiva di migliaia di metri quadrati. L’incendio ha sprigionato una densa nube nera maleodorante che si è diffusa nell’atmosfera per una altezza di centinaia di metri e visibile a chilometri di distanza. Per domare le fiamme in quella occasione i Vigili del Fuoco hanno lavorato per diverse ore con uomini e mezzi.

Materiali stoccati in misure superiore a quella autorizzata

I rilievi e le indagini dei militari dell’Arma Forestale hanno evidenziato come all’interno dei capannoni e all’esterno dell’impianto erano state stoccate quantità di materiali, in particolare rifiuti ingombranti, balle di carta, cartoni, plastica e rifiuti metallici, in misura superiore a quella autorizzata ed in cumuli di altezza superiore ai tre metri consentiti e posti in alcuni casi in aree non autorizzate. Anche all’esterno quantitativi di rifiuti plastici che occupavano aree in difformità a quanto previsto in autorizzazione sono stati raggiunti dalle fiamme contribuendo ad alimentare il già vasto rogo. Le indagini hanno inoltre appurato che il sistema di contrasto alle fiamme in dotazione non era dotato di un sistema di allerta automatico quali rilevatori di fumo e temperatura. Dai sopralluoghi e campionamenti effettuati congiuntamente ai tecnici Arpacal è stata accertata una compromissione e un deterioramento significativo dell’aria a seguito dell’immissione di elementi inquinanti, anche pericolosi, in atmosfera.

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