COSENZA «Apprendiamo dalla stampa, con sconcerto, ma senza meraviglia, della richiesta avanzata dalla procura di Cosenza di dichiarare il fallimento della municipalizzata Amaco. Come noto, è da più tempo che, in quasi perfetta solitudine, invochiamo una maggiore attenzione verso le vicende dell’azienda del trasporto pubblico locale, sia per garantire un miglior servizio agli utenti, sia per consentire migliori condizioni di lavoro, ma soprattutto per raggiungere una solidità patrimoniale tale da offrire un respiro lungo alla vita dell’azienda stessa». Lo dicono, in una nota, Bianca Rende e Francesco Luberto, consiglieri comunali del “Gruppo Brs – Cosenza Cresce Insieme”.
«Anche in sede di discussione del bilancio consolidato – sostengono – abbiamo motivato il voto contrario proprio dopo aver ravvisato una totale incomunicabilità tra l’azienda e l’amministrazione, suo socio unico, per come risultava in maniera evidente dai documenti contabili. In attesa di esaminare i documenti disponibili che chiariranno il quadro di indagine della procura, ci poniamo come obiettivo urgente e imprescindibile la salvezza di Amaco, quale patrimonio fondamentale alla quale la città non può rinunciare nelle forme societarie oggi consentite. Le priorità oggi sono il servizio ai cittadini che va garantito e migliorato e la salvaguardia di tutto il personale impegnato, garantendo le retribuzioni e la continuità occupazionale».
«Ci auguriamo che l’intervento della Procura – auspicano Rende e Luberto –, possa finalmente far luce sugli ultimi anni di gestione rispetto ai quali avevamo chiesto un affiancamento e una maggiore attenzione alla attuale giunta municipale come a quella precedente. Detto questo, l’invito al sindaco è nel senso di esercitare pienamente le sue funzioni e di dedicarsi finalmente ad affrontare la situazione all’interno dell’Amaco per assicurare senza interruzioni di servizio la sua missione di salvaguardia della mobilità urbana, e per questo siamo convinti che serva convocare a brevissimo un consiglio comunale aperto alle organizzazioni sindacali e alla rappresentanza politica regionale, in primis l’assessore regionale ai trasporti, in modo che, oltre all’accertamento delle eventuali responsabilità su cui sarà impegnata l’autonomia della competente autorità giudiziaria, si giunga nel più breve tempo possibile all’individuazione di una via d’uscita alla sopravvivenza del servizio, senza soluzioni di continuità».
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