CATANZARO «L’esito della gestione 2021 è caratterizzato dal permanere della Regione Calabria all’interno dell’area delle Regioni meno sviluppate nonostante l’ingente flusso di risorse messe a disposizione per colmare le differenze strutturali con le altre regioni d’Europa». È uno dei passaggi più significativi dell’analisi della Corte dei Conti nel giudizio di parifica del Rendiconto 2021 della Regione Calabria. «Lenta e non al passo con le emergenze – prosegue la Corte dei Conti calabrese – si palesa per l’anno 2021 la gestione dei flussi finanziari in disponibilità della Regione. Il contestuale esame degli esiti di una contabilità finanziaria e di una contabilità economico patrimoniale funzionale alla rilevazione a fini conoscitivi degli effetti economici e patrimoniali dei fatti gestionali offre strumenti potenti e oggettivi di analisi che consentono di evidenziare disallineamenti e ritardi rispetto a quanto programmato, offrendo lo spunto per l’adozione delle necessarie iniziative di riallineamento. E ciò, va puntualizzato, anche a fronte dell’accertamento della regolarità formale della gestione».
Un tema al solito al centro dell’attenzione dei giudici contabili è quello della sanità calabrese: «Il commissario pro tempore – si legge nelle relazioni – era incaricato della riconduzione dei tempi di pagamento ai fornitori alla direttiva europea, e non ultimo della ricognizione, quantificazione e gestione del contenzioso e della verifica dei fondi rischi aziendali e consolidato sanitario regionale. Nonostante la concessione di poteri straordinari l’anno 2021 non è connotato da alcuna inversione del trend negativo degli anni precedenti. Permane la criticità dell’effettiva determinazione dell’ammontare del debito, assenza ormai non più giustificabile del bilancio consolidato del settore sanità. Come reiteratamente segnalato dagli organi di revisione la gestione delle aziende sanitarie è connotata dalla non attendibilità dei dati in conseguenza del disordine nell’amministrazione degli ingenti flussi finanziari dedicati all’assistenza sanitaria. Tale non tollerabile e illegittima condizione in violazione dei più elementari principi in materia di contabilità pubblica – rileva la Corte dei Conti calabrese – può invero trovare moratoria soltanto in considerazione della vigenza di una gestione commissariale plenipotenziaria espressione della necessità di affrontare e superare un’emergenza conseguente alla insipiente e devastante gestione della sanità regionale che giustizia la stessa emergenza». (redazione@corrierecal.it)
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