Nel nostro paese sono sempre di più le donne che scelgono, nonostante le condizioni non proprio favorevoli, di dedicarsi all’imprenditoria. Negli ultimi cinque anni, infatti, si è assistiti ad una crescita dell’1,6%.
Complessivamente ad oggi, secondo quanto emerso nel corso del Forum Nazionale di Terziario Donna Confcommercio “Impresa, Donna e Futuro”, sono quasi 1,4 milioni le imprese femminili in Italia, il 22,1% sul totale complessivo. Di queste, il 66,8% operano nel mondo terziario, segno che il settore è terreno fertile per le imprese guidate da donne. In termini di nuove aperture va segnalato tuttavia che, complice anche il momento economico non particolarmente favorevole, nel 2021 si è registrato un calo di iscrizioni del 12,1%, dato inferiore rispetto al 2020 dove si era toccato il -21% .
Aspetto interessante emerso dall’indagine è poi quello relativo al fatto che per 6 imprenditrici, del terziario, su 10, uno degli aspetti più importanti che si dovrebbe affrontare è quello del favorire la conciliazione tra lavoro e vita privata (vita-lavoro), dato in forte divergenza con quello del “campione” maschile dal quale c’è uno stacco di ben 15 punti. La conciliazione vita-lavoro è infatti una priorità per il 64% delle donne intervistate (per gli uomini è il 49%), percentuale che sale al 70% fra le donne in possesso di una laurea. Un tema sensibile tanto quanto i temi del sostegno alla genitorialità e alle pari opportunità di carriera e di salario. Nonostante tali divergenze le donne imprenditrici guardano comunque avanti e richiedono per le future generazioni percorsi scolastici e formativi nelle materie tecnico-scientifiche: è una richiesta fatta dal 48,5% delle imprenditrici, superiore di più di 10 punti rispetto a quanto rilevato tra gli imprenditori per i quali conta il 38,1%.
Sette imprenditrici su dieci, hanno poi espresso la propria intenzione di investire sulla formazione di loro stesse. Le tematiche di maggior interesso sono il digitale, le competenze manageriali e di gestione di impresa: il 14,7% punta ad accrescere le conoscenze in materie di credito e finanza e il 14,1% su competenze green e sostenibilità, tema questo verso il quale c’ una particolare sensibilità. Per nove imprese femminili su dieci infatti, è importante adottare misure green per ragioni di sostenibilità ambientale e il 47% di esse prevede di fare investimenti orientati a ridurre gli impatti dell’impresa sull’ambiente nel triennio 2022-2024. Ma la propensione ad intraprendere percorsi green si scontra con l’insufficienza di risorse finanziarie, elemento questo che “blocca” la transizione ecologica di un’impresa femminile su tre.
L’aspetto finanziario, infine, è tra quelli che preoccupano maggiormente le imprese: Il 39% delle imprese femminili dichiara di avere problemi con l’accesso al credito, percentuale che cresce ulteriormente se si considerano le imprese di nuova costituzione (44%) e le imprese giovanili (43%).
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