LAMEZIA TERME «La Sanità deve cambiare perché soltanto potenziando la rete territoriale riusciremo ad avere un vero risultato significativo per i bisogni di salute, specialmente per i soggetti fragili nell’area delle dipendenze». Non usa giri di parole Guido Faillace, presidente nazionale di “FeDerSerD”, e lo fa nel corso del convegno organizzato a Lamezia Terme incentrato sul cambiamento degli stili di consumo e dei bisogni assistenziali, nell’ambito del trattamento dei consumatori di sostanze. Ma non solo. Nel corso del convegno sono stati affrontati tutti i temi legati alle dipendenze, una sfera che coinvolge ormai da tempo diversi aspetti. Dalle dipendenze comportamentali, ai disturbi dell’alimentazione, lo shopping compulsivo, e soprattutto la ludopatia legata al gioco d’azzardo patologico. «Su questo – spiega al Corriere della Calabria Faillace – la federazione lavora già con il governo con l’approvazione del Dm 77, un decreto ministeriale che in qualche modo dà indicazioni sulla organizzazione dei servizi. Stiamo facendo in modo che questi servizi possano continuare la loro attività, viste le difficoltà legate al personale, e vista la difficoltà inerente ad un incremento dell’utenza. Anche durante il periodo Covid c’è stato un incremento considerevole di utenti a cui va data assistenza, ne hanno diritto, ma molto spesso questo non avviene».
A proposito di carenze, Guido Faillace ho sottolineato l’importanza di «intervenire in tutti i modi per recuperare un gap considerevole» anche perché l’impegno di FeDerSerD «è quello di mettere in evidenza il ruolo dei servizi che non hanno più un ruolo specifico per la dipendenza da sostanze tipo eroina o cocaina, ma anche in termini di interventi per quanto riguarda soprattutto la ludopatia». E in questo caso i numeri sono davvero inquietanti. «Quest’anno – ha spiegato Faillace – abbiamo avuto un monte scommesse di quasi 140 miliardi, cioè c’è stato un incremento di 40 miliardi in più rispetto agli altri anni. Soldi che vengono tolti al sostegno al territorio che finiscono invece all’interno di circuiti illegali che alimentano il business del narcotraffico, ma anche quello dell’usura e, peggio ancora, del riciclaggio».
In questo scenario allarmante la rete dei servizi che coinvolte il mondo della sanità regionale e le associazioni non è sufficiente. Dalla politica, e in questo caso dalla Regione Calabria, devono arrivare interventi ad hoc. «Ci sono troppe sale giochi che istigano alla giocata e non è un caso se Calabria e Sicilia sono tra le regioni più critiche. Per questo motivo anche in Calabria la legge deve mantenersi più rigida possibile, sia per la distanza delle sale per gioco sia per quanto riguarda l’intervento di prevenzione sul territorio che sono fondamentali, specialmente per le fasce più deboli». Quello del gioco d’azzardo patologico è un tema cruciale per la lotta alle dipendenze. E non a caso esiste già un tavolo tecnico al ministero dove le Regioni sono chiamate a partecipare.
«In questo ambito – ci spiega ancora Faillace – sono state date delle determinanti alle regioni su come comportarsi e si è visto che il distanziamento delle sale gioco dalle scuole, dalle parrocchie e da tutta una serie di luoghi sensibili, agisce in mondo efficace e rallenta il fenomeno del gioco, specialmente nelle fasce più deboli e più condizionabili. Ma nello stesso tempo devono essere coinvolti i Comuni, anche attraverso l’Anci, perché questa massa economica enorme viene tolta al territorio, e nello stesso tempo devono essere fatte rispettare quelle che sono le indicazioni che vengono dalla parte scientifica». «Ma – sottolinea più di tutto Faillace – deve essere chiaro il ruolo della Regione che deve legiferare al più presto perché altrimenti i Comuni non possono intervenire legalmente e quindi la Regione non può aprire le maglie, deve al contrario mettere il freno alle aperture che potrebbero impoverire ulteriormente le risorse di questa terra, risorse che potrebbero essere invece reinvestite per costruire il patrimonio della regione».
Quello delle dipendenze è, però, un tema multidisciplinare e come tale va affrontato, impiegando il massimo sforzo. «Se guardiamo il dato grezzo – ci spiega Giulia Audino, presidente regionale FeDerSerD Calabria – nella nostra regione abbiamo avuto un incremento dei pazienti, con un aumento in particolare di domande in relazione alla dipendenza da cocaina e senza sostanze, in modo particolare il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da internet e quella affettiva. I servizi vivono lo stigma che è quello della dipendenza classica e stiamo cercando di organizzarli perché oggi serve dare spazio ai pazienti che afferiscono i nostri servizi in modo completamente diverso». L’obiettivo, però, è quello di affrontare il problema all’origine. «Noi – spiega la Audino – vorremmo arrivare prima che il fenomeno succeda, perché quotidianamente sentiamo le ansie e la disperazione delle famiglie spesso lasciate sole se non ci fossimo noi e il terzo settore perché altro non c’è nel panorama dei servizi».
«Ma – spiega – se noi vogliamo una medicina del territorio, un cambiamento che prende in carico il paziente con quel “to-care” proprio come noi siamo abituati a fare, i servizi delle dipendenze ormai da anni si attestano con una multidisciplinarietà e una presa in carico totale del paziente e della famiglia». «Per questo ci stiamo riorganizzando anche per le dipendenze senza sostanze perché ci aspettiamo, dopo il periodo pandemico, un’incidenza significativa anche per le dipendenze da alcol. Un altro settore che noi stiamo cercando di curare è la dipendenza da alcol e da sostanze sulle donne. Abbiamo creato a Soverato e a Catanzaro due canali particolari per l’accesso alle donne perché la dipendenza delle donne è ancora più complessa e vissuta come uno stigma». (g.curcio@corrierecal.it)
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