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Edilizia sociale, Gatto costruzioni dovrà restituire alla Regione 2,4 milioni di euro

La decisione del Tribunale civile di Catanzaro stabilisce la nullità della transazione stipulata tra la società e il dg dell’ente nel giugno 2017

Pubblicato il: 02/12/2022 – 11:16
Edilizia sociale, Gatto costruzioni dovrà restituire alla Regione 2,4 milioni di euro

CATANZARO Con sentenza del 28 novembre scorso il Tribunale civile di Catanzaro, accogliendo integralmente le tesi difensive svolte dall’avvocato Oreste Morcavallo, nell’interesse della Regione Calabria, ha condannato la spa Gatto Costruzioni a restituire alla Regione 2.440.421,70 euro oltre interessi legali dal 10 marzo 2017.
L’azione traeva origine da una transazione stipulata tra il dirigente generale della Regione e la società il 7 giugno 2013 dopo l’annullamento per illegittimità del bando di concorso per l’edilizia sociale, cui la società aveva partecipato risultando aggiudicataria relativamente alla realizzazione di 48 alloggi nel Comune di Soverato e 16 nel Comune di Catanzaro. Con la transazione venivano riconosciuti alla società i danni subiti per effetto della mancata realizzazione dell’intervento edilizio.
Con atto di citazione del 10 marzo 2017 la Regione, difesa dall’avvocato Morcavallo, conveniva in giudizio davanti al Tribunale di Catanzaro la spa Gatto Costruzioni eccependo la nullità della transazione per mancanza della delibera della giunta regionale di autorizzazione a transigere. Il Tribunale con la sentenza ha accolto la domanda condannando la Società a restituire le somme percepite per oltre 2,4 milioni di euro, al netto delle spese sostenute, oltre a spese giudiziali.

Edilizia sociale, un bando controverso

La storia del bando per l’edilizia sociale è lunga e complessa. La procedura era stata prima completata, portando alla generazione di una graduatoria molto contestata, e poi annullata nel novembre 2010, poiché l’intero procedimento era stato considerato illegittimo. In quella prima graduatoria, Gatto costruzioni era stata ammessa al finanziamento per circa 3 milioni complessivi tra i due interventi di Soverato e Catanzaro. La società aveva poi scelto di non partecipare al nuovo bando di concorso, «avendo già impugnato la procedura amministrativa di revoca e poi anche il nuovo bando». La controversia era passata al Tar, che aveva condannato – nel febbraio 2013 – la Regione al pagamento in favore di Gatto costruzioni del risarcimento del danno pari a 136mila euro. In seguito alla pronuncia del Tar, la spa catanzarese ha proposto alla Regione la definizione di una transazione «per impossibilità di realizzazione degli interventi edilizi, quali quelli ricadenti nel Comune di Soverato, per l’inserimento dell’area nel piano comunale di alienazione immobiliare e quelli del Comune di Catanzaro, a causa della risoluzione del contratto preliminare di compravendita di una delle aree interessate».

A Gatto costruzioni 2,5 milioni di euro nella transazione. Il Tar aveva stabilito un risarcimento di 136mila euro

A quel punto il dirigente generale ha stipulato il contratto di transazione «con cui – si sintetizza nel ricorso della Regione – l’Ente si è obbligato a risarcire la somma di 2.576.800,00 euro – senza acquisire il parere dell’avvocatura regionale – e ad adottare il decreto di liquidazione delle somme nel termine di dieci giorni dalla rinuncia da parte della società ad impugnare la sentenza del Tar, sul presupposto dell’impossibilità sopravvenuta di realizzazione degli interventi». Quell’atto di transazione, secondo i rilievi dell’avvocato Morcavallo, era da ritenersi inefficace «per mancata approvazione da parte della Giunta regionale, in violazione delle previsioni statutarie e della normativa regionale». Questo perché «è ravvisabile un vizio del consenso espresso dal Dirigente generale nella stipula dell’atto transattivo, in quanto l’interesse pubblico alla stipula avrebbe dovuto essere apprezzato dalla Giunta regionale e sottoposto ai pareri degli organi competenti con conseguente annullabilità della transazione». Nella transazione (che la difesa della Regione considera inficiata dalla «mancata indicazione di idonea copertura finanziaria»), in sostanza, non sarebbe stato valutato l’interesse pubblica. E il dirigente regionale avrebbe «errato nel ritenere congrua la corresponsione in favore della società della somma di 2.576.800,00 euro a fronte del riconoscimento del risarcimento riconosciuta dal Tar Calabria nei soli limiti di 136.378,30 euro nei limiti delle spese e dei danni documentati». Una sproporzione sulla quale il Tribunale civile di Catanzaro è intervenuto con la decisione dello scorso 28 novembre. (ppp)

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