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L’intervento

Gratteri: «Il vento è cambiato in peggio e sta toccando tutta la legislazione antimafia» – VIDEO

Il procuratore di Catanzaro a un convegno all’Università Magna Graecia. «Il sovraffollamento è un falso problema. È possibile sfoltire le carceri»

Pubblicato il: 02/12/2022 – 20:05
di Alessia Truzzolillo
Gratteri: «Il vento è cambiato in peggio e sta toccando tutta la legislazione antimafia» – VIDEO

CATANZARO «C’è un vento che è cambiato. C’è un vento che sta toccando varie parti, vari pezzi delle Istituzioni, sta toccando un po’ tutta quella che è a legislazione antimafia. Il vento sta soffiando in modo contrario rispetto a ciò di cui c’è veramente bisogno per arginare le mafie, per arginare la corruzione e i reati contro la Pubblica amministrazione e soprattutto il riciclaggio. Quando sono stato chiamato a parlare in occasione dell’anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, ho detto che ancora ci sono molti gattopardi che salgono sui banchi per commemorare Falcone e Borsellino mentre quando erano in vita li hanno derisi». Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che è intervenuto all’università Magna Graecia di Catanzaro al convegno sull’”Ergastolo ostativo – Il problema e le implicazioni costituzionali”, organizzato dal dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia, dal centro di ricerca Rapporti privatistici della Pubblica Amministrazione, dalla scuola di Alta formazione dell’Università e dalla struttura di formazione decentrata presso la Corte d’Appello di Catanzaro.

Secondo il procuratore di Catanzaro «noi come Italia siamo stati poco chiari parliamo poco con l’Europa. Spieghiamo poco alla Corte Europea cosa sono le mafie, qual è la pervasività delle mafie, qual è la filosofia criminale delle mafie. Anche per questo leggiamo certe decisioni, leggiamo certe sentenze. Andrebbe spiegato meglio il fenomeno mafioso, con fatti, con decreti e in modo strutturato. L’Europa dovrebbe capire la differenza tra criminalità comune, criminalità organizzata, gangsterismo e mafia. La criminalità organizzata spesso si confonde per mafia, la mafia per criminalità organizzata e quindi non penso ci debba essere lo stesso trattamento o lo stesso approccio per due soggetti condannati all’ergastolo. Ci può essere una pericolosità diversi se si tratta di soggetti appartenenti a organizzazioni mafiose o se si tratta di appartenenti alla criminalità organizzata».

Sulla funzione rieducativa della pena, Gratteri ha affermato che la «pena ha sicuramente una funzione rieducativa. Bisogna stabilire cosa si vuole fare. Per fare rieducazione nelle carceri ci vogliono soldi, investimenti. Innanzitutto bisogna sfoltire le carceri. Per esempio il tossicodipendente che è in carcere a causa della sua tossicodipendenza, è inutile che stia in carcere, stiamo perdendo tempo. Quando uscirà la sera stessa andrà a fare una rapina per comprare la droga. Se invece noi, dopo un percorso con uno psicologo, questo tossicodipendente lo mandiamo in una comunità terapeutica per disintossicarsi, non sarà stato tempo perso, né per lui né per noi. Forse lo possiamo recuperare. Pensiamo a quanti malati psichiatrici ci sono nelle carceri. Se, anziché tenerli in carcere, costruissimo le Rems, cioè strutture protette dove con cure di psicologi e psichiatri potremmo curare questi malati, che non ha senso stiano in carcere. Prima di parlare di ergastolo ostativo, prima di parlare di 41 bis e alta sicurezza, pensiamo a queste due categorie di soggetti. E risolveremmo anche il problema del sovraffollamento, che è un falso problem». (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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