Adriano era comunista. E così decise di mettersi la maglietta rossa quel giorno a Santiago del Cile, nella finale di Davis che qualcuno avrebbe voluto boicottare e che finanche Berlinguer spinse per far disputare.
In semifinale l’Urss (che discettava di democrazia) si era rifiutata di rendere omaggio a Pinochet ma vincere quella Coppa era un’occasione troppo ghiotta per i quattro moschettieri e il capitano non giocatore Nicola Pietrangeli.
Non sapeva, Panatta, che sugli spalti a fare il tifo tricolore c’era, sotto mentite spoglie, il signor Renato Vallanzasca Costantini, uomo più ricercato del Belpaese, boss della Comasina, di professione rapinatore, sequestratore e omicida.
Aveva 26 anni anche lui, come Adriano, quell’autunno del 76, ed era in missione speciale per trattare con il regime un esilio protetto dal costo abbastanza elevato.
Dieci miliardi di lire, la somma accantonata da René. Un’enormità a quei tempi, accumulata grazie alle rapine compiute quotidianamente nelle banche senza allarmi e protezioni, e ai sequestri lampo di imprenditori facoltosi cui la “ditta” comasina riservava anche cliché di lusso per rendere più agevole il soggiorno.
Quando incontrai Vallanzasca a Voghera, tanti anni fa, insieme a Maria Rita Parsi, mi disse che anche il sequestro concomitante di Emanuela Trapani, la figlia del patron della Rinascente, aveva fruttato cinque miliardi e non uno come ebbe a dichiarare il commendatore, forse per paura delle tasse.
Erano entrambi belli, René e Adriano. Protagonisti differenti dì una cronaca che lì celebrava come modelli e simboli per il pubblico femminile.
La missione di Vallanzasca prevedeva il pagamento dei dieci miliardi al regime in cambio dell’immunità. Una grande e immensa fazenda in cambio della libertà. Non lo avrebbero mai estradato, seppure avesse sulla coscienza la morte di poliziotti e fosse saldamente in cima alla lista dei wanted nostrani.
Non si fidò dei cileni, il bandito, e ritornò in Italia, via Parigi, non prima di gustarsi la vittoria del doppio Panatta-Bertolucci che permise di portare a casa l’ambita insalatiera.
Un anno dopo la sua fuga fu interrotta. Tra evasioni e scorribande, a 72 anni è ancora in galera. Lui che batté le mani, a Santiago, a quel coetaneo mai visto con la maglietta rossa.
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