COSENZA La Terapia Intensiva Pediatrica dell’Ospedale Annunziata di Cosenza è dedicata alla cura dei piccoli pazienti in condizioni critiche. «E’ stata istituita con un Dca regionale ed è attiva da più anni presso l’azienda ospedaliera di Cosenza», dice al Corriere della Calabria il dottore Pino Pasqua, direttore Uoc Terapia Intensiva e Anestesiologia dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Nell’intervista a margine del Simposio tenutosi nella sede dell’ordine dei medici bruzi e dedicato alla gestione dell’integrazione tra terapia intensiva, cure palliative e terapie del dolore pediatriche, il dottore si è soffermato sulla gestione della struttura e sui risultati raggiunti.
Ai neonati, la struttura offre assistenza e cure specializzate dal momento del parto, durante la degenza in Rooming fino al nido. Un percorso di “umanizzazione” attraverso vari livelli di cura (la Terapia Intensiva, la Terapia Post-Intensiva; la Terapia Intermedia e la Terapia Minima, compresa l’Assistenza Pre e Post-Operatoria al Neonato Chirurgico). «Conta quattro posti letto distribuiti tra la Terapia intensiva generale e la terapia intensiva neurologica in sinergia con il dottore Gianfranco Scarpelli», aggiunge Pasqua. «Abbiamo circa 50 ricoveri all’anno e li gestiamo in sinergia e in stretto contatto anche con altre realtà italiane perché crediamo di poter condividere e gestire sinergicamente anche la terapia intensiva pediatrica».
Sono lontani i giorni in cui dinanzi lo spazio antistante l’ingresso dell’ospedale Annunziat di Cosenza sostavano in fila numerose ambulanze in attesa di facilitare il ricovero delle persone risultate positive al Covid. Un continuo andirivieni di pazienti costretti, a causa del virus, al ricovero in terapia intensiva. Oggi, le cose sono cambiate e «il Covid non è più un problema che riguarda soprattutto la terapia intensiva generale ma è presente con altri numeri. Decisamente più contenuti», dice Pasqua. Che poi chiosa: «Non è la patologia principale, per cui si arriva in ospedale». (f.b.)
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