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SETTE GIORNI DI CALABRESI PENSIERI

I numeri incredibili della sanità in Calabria. Ma i cittadini (non tutti) stanno a guardare

La disattenzione di molti per l’assenza di cure. Le battaglie per l’ospedale di Cariati. I volontari che amano Reggio. Gratteri a “Muschio Selvaggio”. Bruno Bossio garantista. I pentiti della mala …

Pubblicato il: 03/12/2022 – 7:00
di Paride Leporace
I numeri incredibili della sanità in Calabria. Ma i cittadini (non tutti) stanno a guardare

In dodici anni di commissariamento della Sanità pubblica calabrese rileva la Corte dei Conti che nonostante sia stata finanziata «con il versamento delle extra aliquote Irap e Irpef i medesimi cittadini non godono di servizi sanitari adeguati».
Pensate che sono stati impiegati nove anni tra l’acquisto e il collaudo di una risonanza magnetica all’Azienda universitaria di Catanzaro. Un disastro anche il periodo Covid. Nonostante 252 milioni di euro ricevuti il 67 per cento della somma «non è ancora trasferita agli enti sanitari». Nel monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza la Calabria è l’ultima regione d’Italia.
Commento del presidente Roberto Occhiuto: «Non sarà semplice ma recupereremo». Il voto al governatore si assegnerà con tempi di verifica. Per il momento “zero” ai numerosi commissari, “uno” ai calabresi come cittadini che non riescono a farsi garantire una Sanità pubblica degna di questo nome.

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Intanto il prossimo 5 dicembre a Reggio Calabria anteprima nazionale del film “C’era una volta in Italia” che si occupa della chiusura dell’ospedale di Cariati occupato dagli attivisti locali e che grazie alla loro denuncia hanno coinvolto nella lotta e nel film il regista Ken Loach, il medico Santo Gioffrè, Gino Strada.
Il voto “uno” del passo precedente non riguarda questi attivisti e quelli come loro che meritano invece “otto” per impegno e perseveranza nella Calabria rassegnata che lotta per i servizi essenziali sia nella Sanità.

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A Reggio Calabria l’amministrazione comunale ha acceso 14 lampioni sulla scalinata di via della Giudecca. Un posto molto bello della città rinato a nuova vita grazie a dei volontari che nel marzo del 2021 misero fine al degrado che imperava sulla bella scalinata novecentesca facendola rinascere a nuova vita urbana.
Un “nove” ad Angelina De Salvo, giornalista ispiratrice di salvataggi urbani cui si deve l’intervento di servizio civile e “otto” all’amministrazione per aver dato nuova luce a questo bel percorso di cittadinanza attiva.

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Enza Bruno Bossio, parlamentare non rieletta del Pd non demorde nella sua azione politica di proposta e denuncia. A Linkiesta ha recentemente dichiarato: «In Calabria viviamo sotto una dittatura giudiziaria. C’è il caso Oliverio, ma anche quello del senatore Giancarlo Pittelli. L’ultima motivazione per revocargli i domiciliari è stata giustificata per il fatto che si era rivolto ad alcuni parlamentari, tra cui c’ero io, che avevano presentato un’interrogazione sul suo caso. Questo è il clima e il Pd non si ribella, anzi si sottomette. Faccio anche osservare – ha proseguito la pasionaria garantista – che Nordio prima di assumere l’incarico di Guardasigilli aveva firmato un appello a favore dell’ex senatore Pittelli».
Quanto si dice non avere peli sulla lingua. “Otto” ad EBB che non perde carica e cazzimma pur se lontana da Montecitorio.

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Incredibile Nicola Gratteri. Ha meravagliato tutti per essere andato a parlare di ‘ndrangheta alla trasmissione su Youtube di Fedez “Muschio selvaggio” molto popolare tra i giovanissimi. Con l’occasione ha denunciato che i suoi figli come molti sono costretti a lavorare lontano dalla Calabria dove non trovano opportunità. Gli confermo il “nove” assegnato la scorsa settimana per strategia di marketing librario e comunicazione. A quanto una laurea honoris causa in Scienze delle comunicazioni?

Nicola Gratteri a “Muschio Selvaggio”

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Apprendo dalle cronache che a Cosenza si registra l’ennesimo collaboratore di giustizia. Si chiama Danilo Turboli potente esponente del clan Lanzino. Secondo l’esperto di materia, Gianfranco Bonofiglio, sono 130 i cosiddetti pentiti dei clan cosentini da quando è nato il beneficio di legge sulla collaborazione.
Malavita “babba” quella cosentina. Trova riscontro in un proverbio cittadino che recita “Nu scaffu per u fa parlà, dua pe u fa sta cittu” (Uno schiaffo per farlo confessare, due per farlo stare zitto). Il sociologo Arlacchi li definì gangster. Sciascia avrebbe scritto della presenza di molti “quaquaraqua”. Una vicenda che non merita voto per i molti danni che ha creato questa mafia ibrida all’Atene di Calabria.

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Dalila Procopio di Catanzaro ha trascorso giorni in un centro di rimpatrio in Turchia (è poi stata liberata, ndr) per aver partecipato ad un corteo femminista non autorizzato ad Instanbul nella Giornata internazionale contro la violenza alle donne. Arrestata insieme ad un centinaio di attiviste la sua vicenda viene seguita dalla nostra ambasciata. Come non dare “dieci” a chi non si volta dall’altra parte mettendo a rischio la sua libertà personale?

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Domenica scorsa si è giocata Virtus Rosarno-Real Pizzo in Prima categoria. Botte, calci, pugni all’inizio del secondo tempo a seguito di un duro contrasto. Partita sospesa. Tre persone finite in ospedale raccontano le rare cronache dell’incontro. Il giudice sportivo ha dato partita persa alle due squadre, due gare a porte chiuse per i rosarnesi, dodici squalificati tra cui due dirigenti. E che voto vogliamo dare? Uno scontato “zero” in condotta senza associarlo al nobile titolo di un vecchio film di Jean Vigo.

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