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Pnrr, «elevati fattori di rischio e di insuccesso»: il richiamo della Corte dei Conti alla Regione e alle istituzioni calabresi

La magistratura contabile registra ritardi e disfunzioni nelle macchine organizzative. Sollecitato anche l’aggiornamento costante della banca dati antimafia

Pubblicato il: 03/12/2022 – 7:07
Pnrr, «elevati fattori di rischio e di insuccesso»: il richiamo della Corte dei Conti alla Regione e alle istituzioni calabresi

CATANZARO «La complessità delle procedure, la stringente tempistica di conclusione dei programmi di finanziamento ed il ritardo iniziale nell’avvio dei progetti, a fronte della insufficiente dotazione organica degli uffici tecnici degli enti locali costituiscono elevati fattori di rischio per l’insuccesso delle iniziative programmate. E il dato storico che misura analoghe esperienze gestionali (Programmi operativi regionali) impone un deciso impulso in questa direzione, in presenza di una alta probabilità di fallimento delle politiche programmate». È questo il “richiamo” che la Corte dei Conti della Calabria rivolge alla Regione e alle istituzioni calabresi per la gestione e la realizzazione degli interventi del Pnrr (Piano nazionale di resistenza e resilienza). Un richiamo ma anche un “campanello d’allarme”, contenuto nelle relazioni rese dalla magistratura contabile nel giudizio di parifica del Rendiconto 2021 della Regione.

«Dare impulso alle attività»

«L’esercizio finanziario 2021 non ha registrato attività gestionali a valere sul Pnrr. Nell’ultimo scorcio del 2021 la Regione (Dgr 540 del 7 dicembre 2021) ha scelto di operare per l’attuazione del Pnrr attraverso un organo regionale di coordinamento e monitoraggio, una Cabina di regia per il coordinamento delle iniziative di ripresa e resilienza tra la regione e gli enti territoriali calabresi», scrive nella squ requisitoria il procuratore regionale della Corte dei Conti ricordando che «nella previsione tale organo straordinario è chiamato ad operare in stretto raccordo con il Dipartimento Programmazione. Nel corpo dell’allegato all’atto di creazione della Cabina di regia è declinato un ventaglio di 17 diverse attività affidate a tale organo. La mission dichiarata è quella di assicurare al sistema degli enti territoriali il supporto tecnico per la realizzazione delle attività di competenza. Al fine è prevista la predisposizione di un servizio di assistenza e supporto a favore degli enti territoriali della Calabria (piccoli comuni di cui all’articolo 1, comma 2, della legge 6 ottobre 2017, n. 158, e comuni delle zone montane) che garantisca livelli di qualità, tempestività, efficienza e omogeneità alle progettualità per gli investimenti previsti dal Pnrr, dal Por e dal Psc. È del “Supporto tecnico” l’assistenza alla Cabina di regia per il monitoraggio della gestione degli interventi finanziati e per l’analisi degli impatti dei finanziamenti pubblici erogati sul sistema territoriale». Sulla base di queste premesse la Procura regionale della Corte dei Conti «nel richiamare le criticità già rilevate nelle requisitorie degli anni precedenti e le osservazioni critiche in ordine alla capacità delle strutture amministrative a supportare la tempestiva realizzazione degli obiettivi unionali e a garantire l’avanzamento della spesa indicato nei cronoprogrammi, raccomanda alla Regione di attivarsi con immediatezza per predisporre la sollecita definizione delle procedure di contrattualizzazione del personale da destinare a “Supporto tecnico”»: questo perché – si legge – «la complessità delle procedure, la stringente tempistica di conclusione dei programmi di finanziamento ed il ritardo iniziale nell’avvio dei progetti, a fronte della insufficiente dotazione organica degli Uffici tecnici degli enti locali costituiscono elevati fattori di rischio per l’insuccesso delle iniziative programmate. E il dato storico che misura analoghe esperienze gestionali (Programmi Operativi regionali) impone un deciso impulso in questa direzione, in presenza di una alta probabilità di fallimento delle politiche programmate».

«Ancora non risulta un responsabile dell’esecuzione del Pnrr»

Dal giudizio di parifica alla Corte dei Conti è emerso poi che «l’istruttoria della Sezione di controllo ha fatto emergere come l’ente non abbia ancora adottato iniziative necessarie ad assicurare il rispetto delle scadenze di rendicontazione, tali da consentire la presentazione delle richieste di pagamento all’Ue secondo il calendario stabilito dall’Accordo operativo, in violazione della prescrizione recata dall’articolo 7 comma 2 del DMef 11/10/2021 che detta le “Procedure relative alla gestione finanziaria delle risorse previste nell’ambito del Pnrr”… Ancora, non emerge in atti che l’ente si sia dotato, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, del Dmef 11 ottobre 2021, di un responsabile dell’esecuzione del Pnrr, né che abbia emanato direttive specifiche, indirizzate agli organi di controllo interno in materia di audit finanziario contabile e di monitoraggio della gestione. Né emerge in atti che il sistema di contabilità direzionale in uso alla Regione sia stato implementato con nuove piste di controllo dedicate al Pnrr e alla gestione degli ingenti flussi di denaro che sono state rese disponibili per la Regione Calabria».

«Aggiornare costantemente la banca dati antimafia»

Infine, dalla Corte dei Conti arriva un’ultima “raccomandazione”. «La Procura regionale richiama all’attenzione del governo regionale la necessità di adoperarsi anche attraverso la Cabina di regia ad aggiornare costantemente la Banca dati nazionale unica della documentazione antimafia (Bdna) istituita per assicurare tutela ai flussi finanziari del Pnrr dalle aggressioni criminali. Non è superfluo ricordare la rilevanza strategica per il contrasto alle mafie che riveste tale banca dati per la “mappatura” degli operatori economici coinvolti nel ciclo realizzativo degli interventi inclusi nel perimetro del Pnrr. Ne è espressione proprio l’opera di aggiornamento del sistema informatico con l’inserimento di nuove “voci” appositamente dedicate al Pnrr, ciascuna delle quali riferita a singole fattispecie contrattuali o ai casi di erogazione di finanziamenti pubblici. Peraltro, la scoperta di infiltrazioni criminali successiva all’affidamento dei lavori ed all’avvio delle opere comporta un effetto immediato sulla prosecuzione dell’iniziativa finanziata – destinata a subire temporanee sospensioni, se non, in alcuni casi, il blocco – con ogni effetto conseguenziale in termini di dilazione della spesa con frequenti conseguenze in tema di inutilità delle risorse investite (qualora non sia più possibile far ripartire l’iniziativa interrotta) o di maggiori costi collegati al ritardo nella attuazione dei lavori e alle variazioni dei prezziari ufficiali di riferimento. In proposito – si rimarca nella requisitoria – la Procura regionale ribadisce che l’aggiornamento in tempo reale delle cosiddette informazioni traccianti relative alla annotazione dell’appartenenza dell’intervento e degli operatori economici coinvolti nella attuazione degli interventi, al di là degli aspetti di rilevanza penale coinvolti, se costituisce strumento indispensabile per l’emersione di interessi illeciti, è, al contempo, sicuro elemento di valutazione dell’eventuale concorso dei responsabili della mancata annotazione nella realizzazione del danno erariale connesso, nell’ambito della omissione di attività obbligatorie e dovute». (redazione@corrierecal.it)

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