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Il ricordo

«Addio Antonello, la Calabria perde una persona dotata di grande umanità»

Antonello ci ha lasciati ieri dopo una  lunga agonia di 7 mesi. Lui che nella sua vita ha curato tante e tante persone in difficoltà nella sua casa di riposo Tamburelli di Lamezia Terme una delle …

Pubblicato il: 04/12/2022 – 11:44
di Vincenzo Caserta*
«Addio Antonello, la Calabria perde una persona dotata di grande umanità»

Antonello ci ha lasciati ieri dopo una  lunga agonia di 7 mesi. Lui che nella sua vita ha curato tante e tante persone in difficoltà nella sua casa di riposo Tamburelli di Lamezia Terme una delle più storiche e delle più organizzate case della Calabria, è tornato alla casa del Padre qualche giorno dopo la dipartita della cara mamma, zia Rafelina terziaria francescana, instancabile lavoratrice e legata al Santo Antonio di Padova, in maniera  fedele ed indelebile.
Ma a San Antonio erano legati entrambi perché Antonello nella fanciullezza era stato miracolato dal devoto Santo dopo una caduta dal balcone di casa ove abitavano nel centro della città di Lamezia.
Città nella quale lui ha vissuto fino a qualche mese fa e dove oggi pomeriggio tornerà per l’estremo saluto che il popolo lametino gli porgerà. Questo affetto spontaneo di questa città, Antonello Coclite, lo merita tutto.
Già molti da ieri, si sono prodigati ad esprimere il dolore della comunità lametina con  pensieri e riflessioni. Tra tutte quelle del Sindaco della città che ha usato espressioni e  ricordi dell’uomo Antonello molto toccanti e sinceri  tutte significative e condivisibili.
Tutte protese a valorizzare le azioni di Antonello sul territorio lametino ove si caratterizzava la sua umanità ed il senso del rispetto verso chiunque ed in particolare verso le classi meno abbienti. Antonello non faceva mai distinzioni di appartenenza ma era rispettoso di tutti, sopratutto dei poveri  verso i quali poneva più attenzioni  possibili.
Ma, voglio ricordare Antonello in questo mio breve ricordo, da suo amico lasciando a tutti due importanti segnali che la comunità lametina non dovrà mai disperdere. La prima è quella di essere stato il creatore di un sistema di assistenza all’anziano carico di attenzione e di cura alla persona e  la seconda  di aver formato una squadra di assistenti al benessere degli anziani, i suoi ragazzi, con una capacità pedagogica nuova  e che va anche oltre le letterature educative correnti.
“La persona” alla quale, lui teneva tantissimo. L’ho visto operare nella quotidianità ed ho sempre sottolineato la sua grande capacità di avvicinarsi al dolore dei suoi ospiti con semplicità e garbo. Anziani che accoglieva sempre e comunque superando anche le difficoltà organizzative che a volte comportavano nell’accoglierle ma tenendo sempre  presenti a se i problemi che causava il singolo dolore,  accudendole e sollevandole dalla sofferenza quotidiana. Le famiglie gli affidavano con fiducia e tranquillità i loro cari perché conoscevano e sapevano come lui trattava gli ospiti.  E lui nell’impegno quotidiano eseguiva le tecniche  e gli approcci più semplici non solo nelle cure e nell’assistenza quotidiana ma, anche rendendoli partecipe alla vita   aprendo finestre conoscitive fuori dalla struttura. Proprio recentemente si era inventato per i suoi ospiti un percorso di formazione alla cura del benessere ed alle regole della vita sociale corrente, partecipato da tutti, i cui docenti erano i molti amici che lo hanno circondato nella vita. Ditemi se questa non è una maniera innovativa di fare accoglienza.
Aveva chiesto a me di parteciparvi,  non ha avuto il tempo di chiamarmi. Lo farò se i suoi ragazzi mi chiameranno a farlo, e di questo ne sono sicuro.
La seconda riflessione che faccio in questa triste giornata è proprio verso di loro.
Sono stati amati tutti da Antonello e loro, lo si è letto in questi mesi, ed ancora di più da ieri,  continueranno a contraccambiare il bene che da lui hanno ricevuto.
Si, perché Antonello è stato capace silentemente di prepararli  ed inserirli alla vita con il sostegno delle loro famiglie con metodi semplici e percepibili da qualsiasi giovane,  il calcio tanto amato e praticato da lui anche con ruoli diversi da calciatore ad allenatore,  con lo studio, sostenendoli ed accompagnandoli fino ai risultati finali , con la formazione, facendoli diventare operatori sociali, ma soprattutto uomini carichi di valori,  con i principi umani e solidali verso il prossimo che lui con il silenzio e la operatività quotidiana sapeva trasmettere e far loro acquisire, suggerendo le tecniche e le metodologie più consone degli approcci alle cure degli ospiti.
Sfido chiunque a dire se questa non è una maniera di fare squadra al servizio della persona.
Ecco, le cose più belle che Antonello ci lascia e lascia a tutti noi, per farle continuare con la semplicità che lo ha sempre contraddistinto anche nel momento del suo  personale dolore che riusciva a mascherare bene a tutti. Di questo dobbiamo tutti far tesoro se vogliamo preservare nel futuro il rispetto ed il sollievo al dolore degli  anziani.
Resta il dispiacere in noi di non essergli potuti  stare  accanto negli ultimi mesi come ognuno di noi avrebbe voluto, a cominciare da tutti, gli operatori della struttura che lui, ne sono certo, lascia a loro i principi e valori che lui ha costruito ed a noi cari suoi amici l’impegno  di  accompagnarli come sempre  nei momenti di bisogno. 

*già Dirigente Regione Calabria

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