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La riflessione

«Calabria: “sospeso” il diritto alla salute»

«Se riusciremo ad avere una regione più attrattiva, forse potremo avere un futuro migliore». Sono le parole conclusive della relazione del Presidente della Sezione regionale di controllo della Cor…

Pubblicato il: 05/12/2022 – 10:17
di Franco Scrima*
«Calabria: “sospeso” il diritto alla salute»

«Se riusciremo ad avere una regione più attrattiva, forse potremo avere un futuro migliore». Sono le parole conclusive della relazione del Presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, Rossella Scerbo, pronunciate nella cerimonia dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario in Calabria. La dottor Scerbo ha ricordando le regole vigenti in tema di finanza della salute, fissando gli obblighi erogativi del personale contrattualizzato che, ha detto, «sono spesso elusi in alcune realtà».
Nel soffermarsi sul Servizio Sanitario in Calabria la presidente Scerbo ha reso noto anche che le passività hanno superato le entrate. Dunque la Regione nel coordinare l’azione di governo regionale si sarebbe «mostrata spendacciona». Una considerazione nata mettendo a confronto le risorse finalizzate per il settore sanitario con i servizi resi ai calabresi giudicati, in taluni casi, «inadeguati».
La relazione della Magistratura Contabile ha avuto riguardo soprattutto per le difficoltà che i calabresi hanno avuto, e continuano ad avere, soprattutto per la «diagnostica strumentale» i cui risultati sono stati definiti «deboli»: solo 19 risonanze magnetiche fatte dalle strutture pubbliche. Da ciò è stato dedotto che, nonostante i fondi ricevuti, la Calabria ha prodotto solo criticità. Ciò ha spinto il presidente della Regione, Occhiuto «a impegnarsi perché la Regione si dedichi con particolare interesse, al controllo della gestione delle aziende sanitarie, ivi compresi gli ospedali e il problema dei medici pagati a gettone», definito dallo stesso presidente Occhiuto «una stortura che va affrontata e risolta con decisione».
Il presidente della Regione, intervenuto subito dopo, ha promesso che l’Ente si dedicherà a varare riforme importanti in modo da portare la Sanità ai livelli di altre Regioni, specie di quelle del Nord, dotandola di risorse adeguate per far fronte oltre che all’acquisto di macchinari, per rivedere gli stipendi del personale e, in particolare, quelli dei medici.
Se le promesse si trasformeranno in fatti concreti, com’è auspicabile che sia, c’è da ritenere che la sanità potrà crescere anche in Calabria tanto da poter dare risposte concrete a chi cerca lavoro, soprattutto a medici e al personale infermieristico. Sarà una iniziativa importante, destinata a migliorare le condizioni esistenti e ad incoraggiare i giovani medici a rimanere in Calabria.
È bene ricordare che la Sanità in Calabria è commissariata da dodici anni per via di un debito pubblico di circa 37 miliardi di Euro e che ciò è stata causa della chiusura di ben 18 ospedali con la conseguenza che sono venuti meno posti letto, nonché personale medico e paramedico. Inutile dire, quali sono state le conseguenze, a cominciare dal diritto alla salute. Di certo esso è molto meno garantito rispetto ad altre regioni.
Se tale realtà dovesse continuare, le conclusioni sarebbero già segnate: il diritto alla salute in Calabria non potrà mai essere pienamente assicurato.
*giornalista

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